Marketing Legale

Non sempre secondi

?Mentre leggo un articolo su una rivista, mi accorgo che la mia lettura diventa attenzione. Si parla di piccoli personaggi che singolarmente o insieme sono riusciti a contrastare e, a volte, anche a vincere su gruppi, colossi enormi. Possibile che questo articolo parli della situazione che vivo tutti i giorni dove costantemente mi scontro con colossi consolidati?
A questo punto la mia attenzione diventa avidit?.

Continuo, l?articolo racconta le esperienze di personaggi storici e attuali che hanno vinto il confronto con i grandi avversari, sia in ambito politico che economico, confronti che spesso hanno messo in forse la stessa sopravvivenza delle forze impegnate.
S?, ma quante volte il piccolo riesce a prevalere sul pi? grande, sul pi? forte? Un recente studio spiega che nel caso dei conflitti tra Stati, gli Stati ?piccoli? hanno la meglio sui grandi Stati nel 28,5% dei casi; la scelta di strade non convenzionali accompagnata dall?uso della testa e quindi della strategia, porta la percentuale di successo addirittura al 63.6 %.

Cosa ha fatto la differenza? Lo studio dice: solo la determinazione e la disperazione genera un gruppo risoluto, un gruppo che vince.
Qualche esempio?

Erin Brockovich che vince la sua battaglia sul colosso dell?energia della California, con il pi? grande risarcimento della storia USA: 333 milioni di dollari.
Braveheart e i poveri scozzesi che, grazie alla disperazione e a scelte strategiche di combattimento, hanno la meglio sul potente esercito inglese.
Nelson Mandela, che dopo 27 anni di carcere sconfigge il regime segregazionista in maniera pacifica.
Il Vietnam, stato piccolo e agile che batte l?immensa potenza militare degli Stati Uniti.
Davide contro Golia, e molti altri.

Il mio mondo, e forse anche il tuo, quello degli affari, come viene coinvolto?
Da sempre un gigante, una societ?, uno studio professionale hanno dalla loro parte le grandi dimensioni e la quantit? delle risorse disponibili; ma, queste caratteristiche diventano un problema dal momento in cui nell?ambiente in cui questi operano, le regole cambiano con rapidit? e quello che ? semplice per il piccolo, cio? il cambio di pelle, la flessibilit?, l?adattamento veloce al cambiamento, per il grande ? un problema, perch? i processi di cambiamento richiedono il passaggio sotto diverse mani. Questi sono i casi in cui il piccolo ha la meglio sul gigante, in cui uno studio professionale piccolo diventa pi? performante del grande, in cui l?azienda piccola raggiunge obiettivi di crescita imponenti rispetto alla multinazionale consolidata e il piccolo commerciante amplia il suo parco clienti a dismisura rispetto al suo competitor di sempre.

Ecco da cosa nasce la mia considerazione: da un esperienza personale, cambiare le regole del gioco, cambiare le carte in tavola e, improvvisamente, capire che ti ritrovi in vantaggio nei confronti del competitor.

Nell?articolo che sto leggendo c?? una frase significativa: ?uno degli elementi che pu? trasformare un piccolo in un vincente ? l?insieme di difficolt? che lo hanno forgiato?. I ?self-made man?.

Negli ultimi decenni ho visto cambiamenti enormi e la perenne rincorsa nei confronti dei competitor si ? trasformata in opportunit?, studiando metodi non convenzionali di approccio all?attivit?, sfruttando gli svantaggi come risorse.
Non ? detto che uno svantaggio sia penalizzante: alcuni pensano che sia addirittura da ricercare. Richard Branson, fondatore della Virgin Group, soffriva di dislessia; a scuola ricorda che gli veniva detto: ?o vai in galera o diventi milionario?; ha raggiunto il secondo obiettivo. Marilyn Monroe ha passato la sua infanzia in case famiglia per poi diventare un?icona di sensualit? e fascino, vicina ai grandi della terra.

Il solo fatto che si entri in un settore, sia esso quello di uno studio professionale che entra in un settore gi? inflazionato, o di un?azienda che entra sul mercato con un prodotto gi? esistente, o di un agente di commercio che entra in un ambiente gi? coperto dalla concorrenza, ha in realt? una grande opportunit?. Perch? ?

Il gigante ha spesso raggiunto il top delle performance, spesso ha solo da perdere se focalizzato sul mantenere il suo status. Chi ? il professionista, azienda o venditore che guadagner? le fette di mercato che inevitabilmente il gigante perder? se non si rinnover? costantemente (come detto, pi? complicato da fare se sei grande)? Quali metodi user? il piccolo per ?infilarsi? in un mercato spesso saturo? Lo scontro aperto? Sconsigliabile, perch? il gigante ha le risorse per contrastarlo; preferibile ? l?uso della strategia, metodo di successo nelle diverse storie che sono diventate gli esempi formativi per chi vuole vivere in un mondo in continua evoluzione.

Possiamo parlare di sogno o di realt?, intanto mentre leggo questo articolo i casi di successo si moltiplicano; non parliamo solo di giganti come Bill Gates, Steve Jobs, o altri nomi storici. Il punto ?: quanti nel tuo settore cambiando metodo hanno avuto successo? La parola chiave ? cambiare, cambiare il proprio metodo di lavoro.

Una cosa importante da non dimenticare: in questo nuovo approccio di pensiero viene scalzata anche l?odiosa pratica della raccomandazione, insomma, il ritenere che si ? ?grandi? e ci si trova in una posizione di vantaggio grazie alle proprie conoscenze pu? ancora funzionare, ma il mondo sta cambiando, e la meritocrazia comincia a dettare le sue regole. Se nella tua attivit? sei bravo e la passione guida i tuoi continui cambiamenti si noter? e il tuo metodo di fare business ne beneficer?, indipendentemente da chi sembra abbia svoltato.

Steve Jobs divenne celebre anche per il suo ?Think different?, pensa in modo differente.

Sono solo le considerazioni di chi oggi ha un anno di pi?? Forse, ma mi sono comunque divertito a metterle per iscritto.

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staff

Redazione interna sito web giuridica.net

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Commento

  1. Bravo Gino, ? centrato e scorrevole; a tratti si coglie lo stupore di chi scrive e legge ci? che ha scritto come se non l’avesse scritto lui stesso. E’ semplice ed essenziale come un seme; come un nucleo che vuole espandersi. Forse dovresti lavorarci ancora ed ampliarlo, sono convinto che potresti divertirti molto, soprattutto se lo hai scritto per te.
    Per quanto concerne il contenuto mi sento di dirti che ? pieno di buon senso e di realismo, oltre che di riferimenti storici. Molti imprenditori amano raccontare la loro storia, inserendo “ad arte” episodi drammatici con il solo scopo di renderla epica, il garage, lo scantinato, l’abbaino e la vecchia 600, purtroppo non tutto ci? che ci viene propinato corrisponde a verit? ed ? abbastanza raro che qualcuno ammetta di aver potuto godere di circostanze fortunate.
    Desidero concludere dicendoti che, se avessi scritto io questi tuoi pensieri ed osservazioni, avrei aggiunto solo una considerazione laddove parli dell’amore per il proprio lavoro (elemento fondamentale) e questa considerazione riguarda la “fede”, quella che l’uomo nutre verso se stesso, verso le proprie capacit? di costruire e ricostruire e, per i pi? fortunati, quella verso Dio.
    Un abbraccio
    Umberto

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