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L’Italia deve ripartire dalla giustizia: 837 idonei in attesa di essere convocati

Un solo urlo da parte degli avvocati, dei Presidenti dei Tribunali e del personale amministrativo

Esistono tante storie di giovani che credono che il futuro possa cambiare. Quella che vi racconto è la storia di 4915 idonei che nel 2017, con mille sacrifici, hanno dato anima sui libri per cercare di superare le tre difficilissime prove fatte in soli 6 mesi (preselettive con 79.323 presenti e prove superate con zero errori).

Chi vi scrive è un idonea che ha creduto fin dall’inizio in questo concorso dopo tante porte in faccia, delusioni, lavori precari, contratti a progetto e lavori non remunerati presso studi professionali, che ha visto questo concorso come l’ultima possibilità per dare una svolta alla propria vita. È la storia di un avvocato che dopo 14 anni ha scelto di abbandonare la toga, che non è solo un pezzo di stoffa ma ha tanti significati per avere un futuro certo, continuando a servire lo Stato nel settore giustizia da un’altra prospettiva. Ma non è solo la mia storia, è anche quella di Elisa, Emanuela, Paolo, Giuseppe, Claudia, una lista lunga e piena di nomi appartenenti a persone eccezionali che da tre anni lottano insieme per la realizzazione di un sogno e che in questo sogno ci hanno sempre creduto, fin dal novembre del 2017 quando venne pubblicata la graduatoria definitiva. Storie di idonei che hanno costituito un comitato, il CIAG che consta di oltre 2000 iscritti e che in questi anni grazie alla dedizione, professionalità, competenza e serietà ha riscosso attestati di stima in ogni dove da parte degli esperti del settore e nei giornali e tg nazionali.

Il 2020 ha visto l’assunzione di 489 idonei entrati in servizio il 3 febbraio e subito dopo la pandemia mondiale dovuta al COVID-19 che ha definitivamente messo in ginocchio definitivamente il settore giustizia, acuendo ancor di più le criticità presenti negli ultimi anni (lentezza dei processi, abbandono della toga da parte di molti avvocati e ataviche carenze di personale amministrativo). Infatti, al termine di un lungo lockdown, la giustizia si è scoperta ancora più fragile, e proprio la ripartenza, occasione per ricostruire un sistema ormai al collasso, è divenuta un caos con miriadi di protocolli diversi che complicano la già confusionaria situazione di gestione della macchina giustizia.
Il settore giustizia ha bisogno di magistrati e soprattutto di personale amministrativo. Il COVID ha acuito tali carenze. La maggior parte del personale è ancora in smart working e lo sarà fino a fine luglio. Tuttavia, in molti casi, non si può accedere ai registri per lavorare sui fascicoli, con il risultato di una vera e propria paralisi che ha come conseguenza i rinvii anche al 2021.
Hanno riaperto quasi tutte le attività, perfino il campionato di calcio, ma il sistema giudiziario è rimasto escluso dalle riaperture e i mesi di sospensione dei termini non sono serviti né per pianificare l’organizzazione della macchina giudiziaria né per recuperare l’arretrato, tanto meno per procedere a nuove assunzioni di personale di cancelleria.
Impossibile, infatti, immaginare una ripartenza del sistema giustizia senza tenere conto dell’immissione di nuove risorse umane.

Gli ultimi 837 idonei assistenti giudiziari sono ancora in attesa di convocazione, nonostante siano già stati disposti gli opportuni strumenti finanziari, normativi e amministrativi per la loro assunzione.
Non è bastata una pandemia per velocizzare l’esaurimento dell’unica graduatoria di cui dispone il Ministro della Giustizia. Finora assunzioni e scorrimenti di graduatorie sono rimasti sulla carta, esattamente come la ripartenza della giustizia italiana, servizio essenziale e funzione primaria e insostituibile dello Stato.
Un paese che si rispetti deve puntare sul settore giustizia che è uno dei settori più importanti e che dovrebbe essere il fiore all’occhiello nella patria del diritto e dei padri costituenti.
Occorre assumere e occorre farlo nel più breve tempo possibile, prima che si arrivi al collasso irreversibile del sistema. Ogni giorno una miriade di articoli e servizi nei TG accentrano l’attenzione su una carenza strutturale e di risorse umane. Lo chiedono i dirigenti, gli avvocati, i consigli degli ordini, i magistrati, le associazioni. Lo chiedono i cittadini, lo attendono 837 giovani speranzosi, figli di una generazione che per anni ha atteso una riscossa pur relegata ai margini del mondo del lavoro.

Da Via Arenula si parla di uno scorrimento entro luglio e un altro entro settembre per l’esaurimento totale della graduatoria. 837 persone attendono una convocazione da tre anni (ci credono e hanno tanta voglia di lavorare), un momento che sarà pieno di emozione per noi e per le nostre famiglie che ci sostengono da anni, un momento che chi scrive attende da una vita e che vuole dedicare a chi ha sempre creduto in lei e a chi in questo 2020 ha vissuto e continua a vivere momenti difficili.

Patrizia Caccioppo, Comitato Idonei Assistenti Giudiziari

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