Quando è possibile richiedere l’oscuramento dei dati personali da una sentenza?
Corte di Cassazione – sentenza n. 47126/2021, sez. Prima Penale
I motivi per cui si può ottenere l’oscuramento dei dati personali da una sentenza (o da un qualsiasi altro tipo di provvedimento) sono principalmente due:
- presenza di dati sensibili;
- particolare delicatezza della vicenda in esame.
Questo è quanto ha ricordato la Corte di Cassazione con sentenza n. 47126/2021, con la quale ha rigettato un ricorso per porto illegale di armi.
I dati sensibili
Tra le motivazioni portate a fondamento del ricorso, l’imputato chiedeva la cancellazione dei propri dati dalla sentenza ai sensi dell’art. 52 del Dlgs n. 196/2013. Tale articolo, infatti, permette all’interessato di richiedere all’Autorità giudiziaria l’annotazione «colta a recludere, in caso di riproduzione della sentenza o provvedimento in qualsiasi forma, per finalità di informazione giuridica su riviste giuridiche, supporti elettronici o mediante reti di comunicazione elettronica, l’indicazione delle generalità e di altri dati identificativi del medesimo interessato riportati sulla sentenza o provvedimento».
La Corte, rifacendosi a interpretazioni precedenti, ha ricordato che i motivi legittimi per cui è possibile fare tale richiesta risiede nella «particolare natura dei dati contenuti nel provvedimento» e nella «delicatezza della vicenda oggetto del giudizio». I dati ritenuti sensibili sono tutti quelli «idonei a rivelare l’origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l’adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale».
Considerato ciò, la Cassazione non ha ritenuto fondata la richiesta: nella sentenza non vi è alcun dato sensibile e il caso non è di particolare delicatezza.
