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Censimento Rom: incostituzionale o no?

La polemica scatenata dalle dichiarazioni del ministro Salvini non si sono ancora fermate. La cosa non deve stupire, visto che si è parlato della volontà di operare un censimento per gli appartenenti all’etnia rom.
La contestazione maggiore riguarda l’incostituzionalità di una pratica simile, la quale può essere facilmente riscontrata esaminando l’art. 3 della Costituzione, ovvero il principio di uguaglianza.
È interessante andare a esaminare i precedenti che possono giustificare il rifiuto nei confronti di un simile censimento. Il primo fra tutti è senz’altro costituito dalle proteste sorte nella Repubblica Federale Tedesca quando, nel 1983, si cercò di fare un censimento della popolazione residente. Già organizzato, venne soppresso a seguito della sentenza emessa il 15 dicembre 1983 dal Tribunale Costituzionale Federale. Il giudizio era fondato sull’art. 1, comma 1, della Legge Fondamentale, il quale tutela l’intangibilità della dignità umana; essa, infatti, potrebbe subire qualche danno in seguito alla raccolta di informazioni quali sono i dati personali. Perciò tocca al legislatore determinare gli scopi di una tale indagine andando a tutelare il segreto statistico, ovvero l’anonimizzazione della persona.
Una decisione, quella tedesca, che si muove in tutela della privacy come parte della dignità umana, e che può trovare applicazione anche nel nostro ordinamento grazie all’art. 3 della Costituzione italiana.
Il concetto di censimento, però, non è di per sé sbagliato. Si tratta di un utile strumento per raccogliere dati sulla popolazione, sulle comunità che lo compongono e via dicendo. Dati utili per creare politiche di sviluppo e crescita. Allora, perché la proposta di Salvini entra in conflitto con la Costituzione?
La risposta va ricercata nella tipologia di censimento proposto e gli scopi per i quali viene effettuato. Di certo una raccolta di dati mirata all’individuazione di una categoria specifica lede la privacy dell’individuo. Un principio che ha trovato già applicazione in Germania, ma che sarebbe applicabile anche da noi.
Questo non vuol dire che non si può conoscere il numero di Rom presenti in Italia, ma che è vietato schedarli raccogliendone i dati identificativi; come già successo per il precedente censimento proposto dall’ex ministro Maroni nel 2008: fermato dopo le proteste di Unione Europea e Onu.
 

Fonte: IlSole24Ore
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