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Separare per migliorare, continua la raccolta firme per la separazione delle carriere in Magistratura

La raccolta firme per la separazione delle carriere in magistratura, voluta dagli avvocati aderenti all’unione delle camere penali italiane, va avanti. Con oggi si è arrivati a quota 43 mila firme raccolte in tutta Italia, attraverso banchetti allestiti davanti ai tribunali. Gli organizzatori sono, dunque, sicuri di arrivare alla soglia delle 50 mila firme utili per presentare il progetto di legge di iniziativa popolare.
“L’obiettivo della proposta di legge  – si legge nella nota della Camera Penale Veronese –  è quello di garantire l’effettiva terzietà ed imparzialità del Giudice nella dialettica delle parti, Pubblico Ministero e Difensore, che devono operare in regime di parità”. Con una metafora calcistica il presidente della CPV, l’avvocato Federico Lugoboni, spiega quale sia il motore che spinge il progetto. “Nell’attuale sistema – dice Lugoboni  – è come se in una partita tra due squadre una delle due si portasse anche l’arbitro!”.
Per ovviare a questa “impasse” i firmatari condividono la necessità che “Giudici e Pubblici ministeri intraprendano carriere separate, con separati organi disciplinari: quella per la magistratura giudicante e quella per la magistratura requirente”. “Ciò consentirebbe – continua il comunicato della Camera penale veronese – anche una maggiore e più specifica preparazione da parte dei pubblici ministeri in attività di indagine che, sempre più, richiedono conoscenze e competenze settoriali e tecniche  ed una maggiore indipendenza dei giudici”.
Nella visione dei promotori della raccolta firme è necessario “separare per migliorare” e dunque realmente istituire “il giudice terzo e imparziale” dando così attuazione all’articolo 111 della Costituzione. “E’ inevitabile – spiegano dal Direttivo della CPV –  che l’appartenenza alla stessa categoria, il reclutamento con il medesimo concorso, l’essersi sottoposti al medesimo organo disciplinare, il CSM, del quale eleggono i componenti, la possibilità di transitare dalla magistratura giudicante a quella requirente e viceversa, crei una commistione tra PM e Giudici che impedisce la completa attuazione del processo accusatorio, voluto anche dall’art. 111 della Costituzione, perché impedisce al giudice di essere perfettamente terzo e imparziale rispetto ad una delle parti del processo”.
La questione della separazione delle carriere dei magistrati era un cavallo di battaglia del centro destra forza italiota di qualche tempo fa. Probabilmente, come si diceva, per qualche interesse dell’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Ma oggi, come fa sapere Lugoboni, “l’appoggio della politica è trasversale” solo i magistrati sono nella quasi totalità contrari, secondo il presidente.
La raccolta firme continuerà fino a novembre ma la sicurezza del raggiungimento dell’obiettivo 50 mila è scontato. Tra le regioni quelle più attive si trovano al Sud, Sicilia in primis. Le prossime tappe secondo Lugoboni prevedono il “coinvolgimento degli studenti di Giurisprudenza attraverso l’organizzazione di un convegno all’Università”.

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Stefania Di Ceglie

Giornalista

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