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Macellazione rituale islamica: un caso belga che può fare scuola

In tempi in cui il contatto con nuove culture e integrazione con esse sono diventate la parola d’ordine per il quotidiano, è di centrale interesse il caso sollevato dall’avvocato generale Nils Wahl riguardo le macellazioni rituali senza stordimento. La normativa europea a cui fa riferimento, poi, è un perfetto esempio di rispetto della diversità religiosa e le dovute esigenze in materia di tutela della salute umana, del benessere degli animali e, in maniera non secondaria, di sicurezza degli alimenti.
Il caso in questione riguarda la macellazione halal, tipica della religione islamica, la quale impone che l’animale sia integro e cosciente durante il processo di dissanguamento (avviene, quindi, senza stordimento).
Durante la festa musulmana del sacrificio, celebrata ogni anno per tre giorni, i praticanti considerano dovere religioso la pratica di macellare (o farlo fare) un animale la cui carne viene poi consumata in famiglia e distribuita tra i meno abbienti, i vicini e i familiari più lontani.
In Belgio, a partire dal 1998, la legge prevedeva che le macellazioni prescritte da un rito religioso dovessero avvenire solo all’interno di macelli riconosciuti o temporanei. Ogni anno, quindi, il ministero competente autorizzava un certo numero di locali, cosicché il rituale potesse avere luogo.
Nel 2014, però, Il Ministro della Regione Fiandre (Belgio) competente in materia di benessere degli animali annunciò che non avrebbe più autorizzato locali simili, in quanto contrari alla regolamentazione dell’Unione in tema di abbattimento di animali.
L’annuncio si concretizzò e, a partire dal 2015, tutte le macellazioni che non prevedessero lo stordimento dell’animale. comprese quelle rituali, cominciarono a tenersi solo all’interno di macelli autorizzati.
A partire dall’anno seguente, molte associazioni musulmane e di coordinamento delle moschee citarono in giudizio il Ministro delle Fiandre. Venne messo in discussione la bontà della restrizione rispetto alla normativa dell’Unione e, non secondariamente, nei confronti della libertà di culto.
La causa viene sottoposta al Nederlandstalige rechtbank van eerste aanleg Brussel (tribunale di primo grado di lingua olandese di Bruxelles, Belgio), il quale decide di sottoporre una questione pregiudiziale alla Corte di giustizia. Secondo il giudice, infatti, l’obbligo di procedere a tali macellazioni solo nei macelli riconosciuti potrebbe impedire a molti credenti di rispettare il loro dovere religioso, andando così a inficiare la libertà di culto della persona in maniera ingiustificata.
In prima battuta l’avvocato Nils Wahl toglie ogni dubbio riguardo la presunta incompatibilità della regola con la normativa dell’Unione sulla protezione degli animali. La nuova regola è del tutto neutra, quindi applicabile indipendentemente dalle circostanze e dal tipo di macellazione scelto. La problematica, semmai, riguarda la capacità reale di molti macelli in occasione della festa del sacrificio, compresi i costi che comporterebbe la conformità del luogo a una pratica religiosa. Non c’entra nulla la normativa europea, la quale è un buon bilanciamento fra libertà di religione e la tutela della salute umana, il benessere degli animali e la sicurezza alimentare.
In secondo luogo, l’avvocato ricorda alla Corte che non spetta certo a essa pronunciarsi sulla questione. Non le compete pronunciarsi sul carattere ortodosso o eterodosso della pratica in questione. Di conseguenza, la macellazione senza stordimento in occasione della festa musulmana del sacrificio costituisce effettivamente un precetto religioso che gode della tutela della libertà di religione.
L’avvocato Wahl, inoltre, spiega una falla presente nella causa intentata dalle associazioni musulmane. Non viene indicato in che misura il provvedimento preso dal Ministro della Regione Fiandre andrebbe a creare una problematica in tema di libertà religiosa, quando la norma ha validità per tutti i locali di macellazione. La norma, quindi, sarebbe neutra, senza alcun nesso con convinzioni religiose di sorta.
L’unica limitazione subita riguarda, semmai, chi dovrà accollarsi i costi di adeguamento o di eventuale apertura per far fronte all’aumento di domanda di macellazioni rituali che si verrebbe a creare in concomitanza alla festa musulmana. Anche in questo caso, però, la libertà di culto del singolo non verrebbe condizionata.

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