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La storia di 4915 idonei assistenti giudiziari

Quella che vi racconto è la storia di tanti idonei che hanno partecipato al megaconcorso assistenti giudiziari indetto nel novembre del 2016.  La storia di 4915 idonei che con mille sacrifici, rinunce, famiglie alle spalle e spese economiche ingenti hanno dato anima sui libri per cercare di superare le tre prove estenuanti fatte in soli sei mesi (preselettive con  79.323 presenti e prove superate solo con zero errori).

Storie di diplomati, laureati e liberi professionisti, tutti accumunati dalle stesse problematiche, ovvero: crisi economica, mancanza di posti di lavoro, elevate tasse e difficoltà ad arrivare alla fine del mese.

Purtroppo nel nostro Paese troppo spesso vengono chiuse troppe porte con un sistema che toglie le speranze a chi non ha possibilità economiche, mi riferisco a tanti di noi che non hanno un lavoro o a chi, nonostante sia abilitato, non riesce ad arrivare a pagare cassa e ordine, ai tanti che si sono dovuti cancellare dagli albi o a chi dopo abilitazione non ha potuto neanche iscriversi, magari dicendo addio al sogno di indossare una toga.

Chi vi scrive è un’idonea che due anni fa ha creduto fin dall’inizio a questo concorso, che facendo sacrifici poteva farcela, di un’idonea che ha visto questo concorso come l’ultimo treno da prendere per cambiare la propria vita, visti i suoi 45 anni, di un avvocato che dopo 14 anni di professione ha scelto di lasciarla per un futuro migliore e certo, continuando a servire lo Stato e la giustizia in altro modo ma sempre in un aula di tribunale.

Una storia che è uguale ad altre 4915 storie che hanno creato un Comitato, il CIAG, con un unico obiettivo: lo scorrimento totale della graduatoria.

Una storia che si incastra con i temi attuali di questo inizio anno. Ogni giorno si parla di riforma della prescrizione, di riforma della giustizia, di inadeguatezza di tutto il sistema, di lungaggini processuali mostruose, di mancanza di risorse materiali e umane, ma quello che non si capisce è che per le riforme occorre la linfa, occorrono le braccia che portano avanti gli uffici. Insomma, senza personale non si va avanti.

La storia di questa graduatoria ha visto l’assunzione di 4078 persone (489 entreranno in servizio il 3 febbraio prossimo), ma rimangono ancora meno di 838 idonei che dovranno attendere i pensionamenti di quest’anno per entrare in servizio, possibilmente entro settembre 2020, vista la spada di Damocle dell’emendamento fatto nella scorsa Legge di bilancio che ne riduce la durata di ben sei mesi (precedentemente era il 31.03.2021).

Molti esponenti politici stanno cercando di porre rimedio con il “Milleproroghe”, anche perché si tratta di un provvedimento iniquo che rischia di aggravare la situazione in cui versano gli uffici giudiziari e di condizionare pesantemente tutte le iniziative che sono state messe in atto per migliorare l’efficienza della giustizia, compreso il finanziamento della stessa per attuare lo scorrimento totale.

Ribadiamo che la giustizia è fatta di persone, di magistrati, funzionari, assistenti, persone che vanno in udienza spesso anche per moltissime ore, le stesse che con la loro professionalità e competenza mandano avanti ogni giorno la macchina giustizia.

Occorre assumere e occorre farlo nel più breve tempo possibile, prima che si arrivi al collasso irreversibile del sistema. Lo chiedono i dirigenti dei tribunali, i magistrati, le associazioni, le testate giornalistiche e le TV, tutti gli operatori del diritto, compresi gli avvocati che ogni giorno vivono le inefficienze dovute alle carenze. Lo chiedono anche i cittadini e lo attendono 838 idonei espressione di una generazione di giovani preparati e qualificati che per troppi anni questo paese ha relegato ai margini del mondo del lavoro. 838 persone che vogliono servire il proprio paese e che sono espressione della rinascita dello stesso evitando quella che per anni è stata la migrazione dei cervelli all’estero per mancanza di lavoro. 838 idonei che attendono l’attuazione del programma assunzionale del Ministero, 838 anime che hanno sudato tanto per ottenere un’idoneità, che per molti è l’ultima speranza di un futuro migliore per sé e la propria famiglia.

Fate in modo che il sogno diventi realtà.

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