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Facebook: da fiscalità globale a locale

Con un post nella sua newsroom, Facebook ha annunciato il suo cambio di rotta. Si passerà, infatti, da una struttura di vendita globale a una locale, cosicché i ricavi pubblicitari realizzati grazie ai team locali non vengano più contabilizzati presso la sede internazionale di Dublino ma dalla società presente nel Paese stesso. Tale cambio di struttura (o di modello business, se vogliamo), quindi, comporterà che i ricavi contabilizzati in Italia, per esempio, verranno sottoposti alla fiscalità italiana.
Non è ancora detta l’ultima parola: rimane da vedere se Facebook avrà davvero intenzione di versare le imposte al fisco nostrano. Molte grandi aziende riescono a evitare fiscalità più pesanti spostando gli utili in località più favorevoli grazie a meccanismi di infragruppo (come, per esempio, l’addebito di costi e ricavi), così da riuscire a registrare guadagni prossimi allo zero da sottoporre ai regimi fiscali più pesanti.
Ovviamente, nessun dettaglio a proposito. L’annuncio del social network rimane sul vago: «Riteniamo che il passaggio a una struttura di vendita locale fornirà maggiore trasparenza ai Governi e ai policy maker di tutto il mondo che hanno chiesto una maggiore visibilità sui ricavi associati alle vendite che vengono supportate localmente nei rispettivi paesi».
L’inversione di tendenza si sente. Le multinazionali stanno probabilmente cominciando a capire la bontà di un’opera rivolta al country-by-country reporting. Anche la legge di Stabilità del 2016 si esprime in questo senso, obbligando le multinazionali da almeno 750 milioni di fatturato (residenti in Italia) a fornire la rendicontazione Paese per Paese entro fine 2017.
Per quanto riguarda Facebook, la realizzazione della “nuova fiscalità” nel corso del 2018 per poi completarlo in tutte le 30 sedi estere entro la prima metà del 2019. «Ogni paese è unico e vogliamo essere sicuri di realizzare questo cambiamento in modo corretto,» ha scritto Dave Wehner, Chief financial officer di Facebook, «si tratta di un grande impegno, che richiederà risorse significative per poter essere attuato in tutto il mondo. Introdurremo, il più rapidamente possibile, nuovi sistemi e modalità di fatturazione per garantire una transizione agevole alla nostra nuova struttura».
Come scritto da Carlo Gambarino per Il Sole 24 Ore, è interessante notare come la parola ‘locale’ abbia assunto più importanza di ‘globale’. Il fatto stesso che, secondo le nuove regole, si concepisca una «struttura locale di vendita» è sintomo di un radicamento nel territorio di profitti che prima erano mobili andando così a tagliare la non tracciabilità dei redditi globali.
 

Fonti
la Repubblica
IlSole24Ore
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