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Attacchi online alla Corte di Cassazione: qualche considerazione

Riportiamo uno degli ultimi comunicati stampa a firma della Corte di Cassazione (25 giugno 2019):

«Occorre rilevare, con sorpresa e rammarico, che sempre più frequentemente sono pubblicati, su riviste giuridiche cartacee e/o informatiche, commenti critici avverso decisioni della Corte di cassazione che superano qualsiasi limite di continenza formale e sostanziale.

Da pochi giorni è apparsa su un sito informatico a contenuto giuridico un commento ad una decisione in materia di risarcimento del danno che, pur privo del minimo accenno ad argomenti giuridici, si risolve in una aggressione alla Corte in generale, ad una singola Sezione ed, addirittura, ai componenti del collegio giudicante, finendo con il degenerare in espressioni che offendono l’onore, la professionalità ed il rigore morale della Corte e dei suoi Magistrati.

Tutto ciò avviene – è bene ricordarlo – nel momento in cui la Corte di cassazione si è aperta al dialogo con la dottrina, divenendo luogo di incontro, confronto ed assiduo dibattito sulle tematiche più attuali.

Ben consapevole del contributo imprescindibile della dottrina alla formazione del pensiero giuridico ed interessata a recepirne gli stimoli, dei quali tiene conto nella formazione dei propri convincimenti, la Corte di cassazione ritiene opportuno ribadire che ogni critica, per assumere un carattere costruttivo, deve essere improntata a misura istituzionale, consona a creare un proficuo dibattito ed un confronto deontologicamente corretto.»

Come Giuridica.net non vogliamo essere partigiani di nessuno, ma di certo non stiamo dalla parte di chi contribuisce o, per sua volontà, è caduto vittima dell’imbarbarimento comunicativo al quale si assiste in questi ultimi anni.

Internet e i social network dovrebbero e possono essere luoghi di scambio anche acceso, perché no, ma nei quali si agisce nel merito della discussione e nel pieno rispetto dell’interlocutore. Il valore non si crea screditando il proprio avversario, ma “combattendo” sugli argomenti.

Detto questo, non vogliamo fare la parte della “maestrina” di turno, ma riteniamo che avvocati e giudici, visto anche il settore di occupazione, dovrebbero essere di esempio; senza dimenticare che la diffamazione esiste anche su Internet.

Fonte
Corte di Cassazione – comunicato stampa
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