News giuridiche

Accoglimento della domanda di risarcimento del danno da indebita occupazione

Civile

Risarcimento del danno da indebita occupazione: i presupposti per l’accoglimento della domanda

Con la sentenza in rassegna la Corte di legittimità, oltre a soffermarsi sulle condizioni necessarie per la configurazione del modo di acquisto della proprietà per usucapione, incentra la sua attenzione sulla enucleazione dei presupposti per il riconoscimento della domanda connessa a quella di rilascio sine titulo diretta all’ottenimento del risarcimento del danno da indebita occupazione immobiliare. (Cass. Civ., 10 aprile 2015, n. 7257)

Verbale di contestazione: tempestiva la notifica se l’atto è consegnato nei termini all’ufficio postale

Tale il principio di diritto espressamente ribadito dal giudice di legittimità in una recente decisione. Infatti, specifica la S.C., dalla sentenza della Corte Cost., n. 477 del 2002, la quale ha dichiarato l’illegittimità del combinato disposto dell’art. 149 c.p.c. e dell’art. 4, comma 3, L. 20 novembre 1982, n. 890, si evince il principio generale secondo cui, anche con riferimento ad atti non processuali, per i quali vi sia un espresso richiamo alle norme sulle notificazioni del processo civile, come avviene nel citato art. 201, comma 3, la decadenza non può discendere dal compimento di un’attività riferibile non direttamente alla parte, ma a terzi. (Cass. Civ., Sez. VI – 2, 16 aprile 2015, n. 7765)

Penale

Intervento abusivo su beni culturali anche se l’accertamento postumo della Sovrintendenza è positivo

Pronunciandosi su una vicenda in cui l’imputato, amministratore di un immobile sottoposto a vincolo culturale e committente dei lavori, era stato accusato di aver effettuato sul medesimo degli interventi parte in assenza e in parte in difformità dall’autorizzazione della competente Sovrintendenza, la Cassazione, con la Sent., n. 14951 del 2015, -nel respingere la tesi difensiva secondo cui si sarebbe trattato di lavori “inoffensivi” avendo la Soprintendenza rilasciato un’autorizzazione postuma- ha affermato il principio secondo cui la condotta di chiunque realizzi interventi su beni vincolati senza la prescritta autorizzazione o comunicazione preventiva configura una concreta offesa dell’interesse amministrativo tutelato, senza che l’accertamento postumo di compatibilità col vincolo culturale o l’autorizzazione in sanatoria rilasciata dalla autorità preposta possa valere a estinguere il reato o a escluderne la punibilità. (Cass. Pen., Sez. III, 13 aprile 2015, n. 14951)

Il reato di omesso versamento dell’assegno divorzile è sempre procedibile d’ufficio

Secondo la Sent., n. 15918 del 2015 della Suprema Corte, per il delitto di omesso versamento dell’assegno divorzile si procede d’ufficio, in quanto il rinvio che ha fatto il legislatore speciale all’art. 570, comma 3, c.p., si riferisce esclusivamente al trattamento sanzionatorio e non anche alla relativa condizione di procedibilità, il quale, in deroga ai principi generali, prevede la procedibilità a querela della persona offesa, salvo nei casi previsti dal numero 1 e, quando il fatto è commesso nei confronti di minori, dal n. 2 del comma 2 della suddetta disposizione contenuta nel codice penale. Va annullata, pertanto, la sentenza di merito che dichiara l’estinzione del reato per intervenuta remissione della querela. (Cass. Pen., Sez. VI, 16 aprile 2015, n. 15918)

Amministrativo

La revoca dell’aggiudicazione provvisoria non porta indennizzo

Nel caso di revoca dell’aggiudicazione provvisoria, la Stazione appaltante non è tenuta a corrispondere alcun indennizzo all’operatore economico, né è obbligata a motivare o, anche solo, a comunicare l’avvio del procedimento di autotutela. (T.A.R. Veneto, Venezia, Sez. I, 25 marzo 2015, n. 349)

Responsabilità civile della P.A.: no ai casi della “giustizia da sé”

Nel nostro ordinamento giuridico il Legislatore impone a coloro che intendano fare valere le proprie pretese l’onere di seguire determinate procedure, nel pieno rispetto, tra l’altro, della facoltà della controparte di contraddire, e, dunque, è inequivocabilmente inibita la possibilità per gli interessati di farsi “giustizia da sé”. (T.A.R. Lazio, Roma, Sez. II bis, 30 marzo 2015, n. 4743)

In primo piano

Civile

Grondaia in mezzo ad una strada: responsabile il comune che non la chiude al transito

La Cassazione, con Sent., 9 aprile 2015, n. 7086, accoglie il ricorso proposto da un automobilista incorso in un sinistro causato dalla presenza di una grondaia in mezzo alla strada. L’ente proprietario della strada, infatti, avrebbe dovuto esercitare il potere/dovere di custodia mediante la chiusura della strada interessata. (Cass. Civ., Sez. III, 9 aprile 2015, n. 7086)

Va revocato il decreto ingiuntivo inefficace, la cui notifica è anche affetta da nullità

Il Tribunale di Torino, con la pronuncia in commento, esaminata la fattispecie in cui ha riscontrato la nullità della notificazione del decreto ingiuntivo eseguita con una copia incompleta del ricorso -ed in quanto tale, equiparata alla sua mancata notificazione, stante l’impedimento per il destinatario della precisa comprensione dell’atto, in tale modo compromettendone le garanzie di difesa e contraddittorio- rileva come nella stessa fattispecie, pur non trovando applicazione l’art. 644 c.p.c., l’inefficacia del decreto ingiuntivo opposto è stata correttamente fatta valere con l’opposizione proposta ai sensi dell’art. 645 c.p.c. (Trib. di Torino, Sez. III, 11 marzo 2015)

Penale

La Cassazione dice no alla messa alla prova parziale?

Secondo la Sent., n. 14112 del 2015 della Suprema Corte, la disciplina della messa alla prova -pur volendo tale normativa riconoscere agli imputati la possibilità di procedere ad una “risocializzazione” e comunque di accedere ad procedimento di “rieducazione”- non attribuisce un diritto assoluto per l’imputato di accedere a tale procedura condizionato alla sola richiesta dell’imputato stesso ma prevede pur sempre l’esercizio di un potere valutativo del giudice che deve inserirsi nel più ampio quadro della situazione personale dell’imputato nonché della situazione processuale nella quale verrebbe ad operare l’istituto della sospensione (parziale) del processo. (Cass. Pen., Sez. II, 8 aprile 2015, n. 14112)

Quando è punibile l’amministratore per l’infortunio del condomino?

Secondo la Sent., n. 14000 del 2015 della Suprema Corte, perché possa ritenersi sussistente la responsabilità colposa di colui che è investito di una posizione di garanzia (nella specie, l’amministratore di un condominio) quanto alla produzione dell’evento lesivo, deve verificarsi in concreto sia la sussistenza della violazione di una regola cautelare (generica o specifica) sia della prevedibilità ed evitabilità dell’evento dannoso che la regola cautelare violata mirava a prevenire (c. d. concretizzazione del rischio). (Cass. Pen., Sez. IV, 2 aprile 2015, n. 14000)

Amministrativo

Soccombe in I grado per motivi di merito: non può eccepire in appello il difetto di giurisdizione

Con la Sent., 27 marzo 2015, n. 1605 la Quinta Sezione del Consiglio di Stato ha aderito al recente orientamento, espresso in precedenti sentenze del giudice amministrativo d’appello, secondo cui, in applicazione del principio del divieto di abuso del processo, l’originario ricorrente, rimasto soccombente per motivi di merito in primo grado, non può eccepire in appello il difetto di giurisdizione. (Cons. di Stato, Sez. V, 27 marzo 2015, n. 1605)

Per il TAR, norme anticoncorrenziali nel Codice di deontologia medica

Ai fini della tutela della concorrenza, nella nozione eurounitaria di “impresa” rientra anche chi esercita una professione intellettuale, con la conseguenza che il relativo ordine professionale ? qualificabile come un’associazione di imprese che non può limitare, attraverso i codici deontologici, i comportamenti economici dei professionisti. (T.A.R. Lazio, Sez. I, 1 aprile 2015, n. 4943)

Osservatori

Spetta alle Regioni disciplinare il piccolo abbruciamento dei residui vegetali

L’abbruciamento in loco dei residui vegetali costituisce una pratica ordinariamente applicata in agricoltura e nella silvicoltura, quindi, rientra nella materia agricoltura e, conseguentemente, può costituire oggetto di disciplina da parte delle Regioni. (Corte Cost., 16 aprile 2015, n. 60)

Nel disciplinare le autorizzazioni per gli studi medici le Regioni devono adeguarsi alle norme statali?

È costituzionalmente illegittima la norma della Regione Abruzzo che ha ridotto l’elenco delle prestazioni erogate dagli studi medici per le quali è necessaria la previa autorizzazione prevista dalle norme statali. (Corte Cost., 16 aprile 2015, n. 59)

L’Italia responsabile per la mancata informazione sui rischi di una possibile eruzione del Vesuvio?

Pronunciandosi su un caso riguardante i rischi connessi ad una potenziale eruzione del Vesuvio e sulle misure adottate dalle autorità per contrastare tali rischi, la Corte di Strasburgo ha dichiarato irricevibili i ricorsi di 12 cittadini residenti in diversi comuni situati nei pressi del vulcano, i quali avevano sostenuto che l’Italia, da un lato, omettendo di porre in essere un quadro normativo e amministrativo adeguato per affrontare i rischi, era venuto meno all’obbligo di proteggere il diritto alla vita, ai sensi dell’art. 2 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo; dall’altro, che la mancanza di adeguate informazioni sui rischi cui erano esposti violava il diritto al rispetto della loro vita privata e familiare ai sensi dell’art. 8 della Convenzione europea. La Corte europea dei diritti umani, ha rilevato che i ricorrenti, pur potendo disporre di diversi mezzi di impugnazione “interni” (in particolare dinanzi ai giudici amministrativi o sotto forma di una class action), non li avevano esauriti, essendosi limitati a sostenere che tali rimedi erano inefficaci. La Corte ha pertanto dichiarato il ricorso irricevibile per mancato esaurimento dei rimedi interni, ai sensi dell’art. 35 par. 1 della Convenzione. (Corte europea dei diritti dell’Uomo Decisione, Sez. IV, 16 aprile 2015, n. 9713/13)

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