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Riforma penale: il Cdm approva il decreto su impugnazioni

Approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto legislativo in tema di giudizi d’impugnazione che prevede la delega Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all’ordinamento penitenziario contenuta nell’art. 1, commi 82, 83 e 84 lettere f), g), h), i), l) e m) della legge 234 giugno 2017, n. 103.
La modifica ha come fine la diminuzione del numero di processi che gravano sugli uffici giudiziari andando a semplificare il procedimento di appello e cassazione. Il tutto rientra in un programma più ampio atto a garantire una ragionevole durata del processo.
I principi della delega sono orientati a:

  • modificare il procedimento davanti al giudice di pace;
  • individuare gli uffici del pubblico ministero legittimati a proporre appello;
  • ridurre i casi di appello;
  • limitare l’appello incidentale al solo imputato.

Intervento principe del decreto è rivolto al sistema delle impugnazioni, andando a limitare i poteri di appello sia del pubblico ministero sia dell’imputato. Si andrà a circoscrivere il potere d’impugnazione nei limiti in cui le pretese delle parti risultino soddisfatte.
Per quanto riguarda la riduzione della legittimazione dell’impugnazione di merito:

  • al pubblico ministero viene precluso l’appello delle sentenze di condanna, ovvero le sentenze che hanno riconosciuto la fondatezza della pretesa punitiva salvo alcuni casi specifici;
  • all’imputato viene precluso l’appello delle sentenze di proscioglimento pronunciate con le più ampie formule liberatorie (quando il fatto non sussiste o l’imputato non ha commesso il fatto).

 

Fonte: Giustizia.it
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