News giuridiche

Non ha validità la copia del testamento in carta carbone

Civile

La copia del testamento in carta carbone non può valere come olografo
Con Sent. 18 maggio 2015, n. 10171, la seconda Sezione civile della Cassazione ha risolto una particolare controversia in materia successoria, affrontando le delicate tematiche che afferiscono alla forma del testamento olografo e alla necessità della sua produzione in originale nel giudizio al fine della produzione dei suoi effetti. (Cass. Civ., Sez. II, 18 maggio 2015, n. 10171)
Locazioni, l’avviamento commerciale spetta anche in caso di abusiva occupazione dei locali

In tema di locazione di immobili adibiti ad uso commerciale, il mancato pagamento da parte del conduttore di talune mensilità dovute ex art. 1591 c.c. in conseguenza di una fase di occupazione dei locali successiva alla cessazione del contratto non è ostativo al diritto di percepire l’indennità di avviamento commerciale ex art. 34, L. n. 392 del 1978. (Cass. Civ., Sez. III, 20 maggio 2015, n. 10261)

Penale

Il consulente fiscale risponde della dichiarazione fraudolenta in concorso col cliente?

Con la Sent. n. 19335 del 2015, la Cassazione ha affermato che risponde quale concorrente del reato di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, sussistendone gli elementi oggettivo e soggettivo, il consulente fiscale il quale, ancorché consapevole del fatto che una fattura versi in tali condizioni, rediga ugualmente la dichiarazione dei redditi. (Cass. Pen., Sez. III, 11 maggio 2015, n. 19335)

Inapplicabile la confisca sui beni dell’ente per reati fiscali commessi dai suoi organi

La Sent. n. 19761 del 2015 della Suprema Corte ribadisce il principio stabilito dalla sentenza delle Sezioni Unite n. 10561 del 2014: non si può disporre il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, salvo che la persona giuridica rappresenti solo uno schermo, poiché altrimenti si renderebbe l’ente responsabile di un reato per il quale non può essere fatto responsabile. Tale principio, tuttavia, non risulta del tutto pertinente, perché, a ben vedere, è ben possibile che l’ente, pur non essendo responsabile del reato, sia comunque beneficiario del profitto. Ecco allora che sempre di più si pone l’esigenza di colpire non solo chi sia autore del reato, ma anche chi ne abbia tratto profitto. (Cass. Pen., Sez. IV, 13 maggio 2015, n. 19761)

Amministrativo

Appalto di servizi: quale normativa in caso di aumento o diminuzione delle opere?

La norma di cui all’art. 11, R.D. n. 2440 del 1923 («qualora, nel corso di esecuzione di un contratto, occorra un aumento od una diminuzione nelle opere, lavori o forniture, l’appaltatore è obbligato ad assoggettarvisi, alle stesse condizioni, fino a concorrenza del quinto del prezzo di appalto»), per ragioni storiche, deve essere interpretata come norma riferita a tutte le tipologie di appalto, compresi quelli di servizi. (T.A.R. Campania, Napoli, Sez. II, 27 aprile 2015, n. 2416)

Distributori automatici, sì alla revoca della licenza se il titolare frequenta pregiudicati

Il Collegio ha ritenuto che, in tema di somministrazione di alimenti e bevande con installazione di congegni automatici ed ordine pubblico, il titolare del locale commerciale sia tenuto a gestire, di fatto, direttamente ed autonomamente, la propria attività ed a non frequentare soggetti con precedenti penali e/o di polizia: così, il Comune, su richiesta ad hoc della Prefettura, può emettere un provvedimento di revoca nei confronti di un soggetto formalmente intestatario di una licenza commerciale. Il principio si argomenta dalla sentenza del Cons. di Stato, Sez. V, n. 2511 del 2015, decisa il 21 aprile e depositata il 18 maggio 2015. (Cons. di Stato, Sez. V, 18 maggio 2015, n. 2511)

In primo piano

Azione di responsabilità del curatore verso l’amministratore: il criterio per quantificare il danno

Con la Sent. n. 9100 del 6 maggio 2015 le Sezioni Unite intervengono sul tema del criterio applicabile alla quantificazione del danno nel caso di azione di responsabilità esercitata dal curatore nei confronti dell’amministratore, affermando che l’inadempimento di specifici obblighi (quali, nella specie, la distrazione di alcuni beni sociali, la mancata redazione di due bilanci di esercizio e delle relative dichiarazioni fiscali e l’omessa tenuta delle scritture contabili) non giustifica di per sé la determinazione del danno risarcibile nella misura della differenza tra il passivo e l’attivo, che può tutt’al più integrare soltanto un parametro per la liquidazione equitativa ai sensi dell’art. 1226 c.c. (Cass. Civ., Sez. Unite, 6 maggio 2015, n. 9100)

Risoluzione di un contratto di locazione commerciale: come si valuta la gravità dell’inadempimento?

La sentenza in commento (App. Napoli 6 maggio 2015) è di particolare interesse: la Corte di Appello di Napoli ha infatti delineato in maniera analitica le condizioni affinché possa verificarsi la risoluzione del contratto di locazione di immobile a uso commerciale distinguendo suddetta ipotesi dalla risoluzione del contratto di locazione di immobile a uso abitativo. Il contratto di locazione di immobile a uso commerciale per mancato pagamento di canoni e/o oneri, invero, può considerarsi risolvibile solo laddove vi siano inadempimenti tali da rompere l’equilibrio contrattuale. (C. App. Napoli, 6 maggio 2015)

Penale

Omesso versamento imposte: esclusa la doppia sanzione penale-amministrativa

Secondo la sentenza della sezione penale del Trib. di Asti, 7 maggio 2015, ai sensi dell’art. 649 c.p.p., deve disporsi il non luogo a procedere nei confronti del contribuente che, citato a giudizio in sede penale per il delitto di mancato versamento delle imposte sul valore aggiunto, risulti per tale violazione già stato sanzionato -con una pena pecuniaria assolutamente significativa, tanto da assumere natura penale- in sede amministrativa. (Trib. di Asti, Sez. Penale, 7 maggio 2015)

Rifiuto dell’alcoltest: sospensione della patente si raddoppia quando l’auto è di un terzo?

Dopo diverse e contrastanti (anche recenti) pronunce, il Primo Presidente della Suprema Corte di cassazione ha affidato alle sezioni unite il compito di stabilire se il giudice possa disporre la sanzione accessoria del raddoppio della sospensione della patente di guida nel caso in cui il conducente non sia anche il proprietario dell’auto. (Primo Presidente della Corte Suprema Decreto 6 maggio 2015)

Amministrativo

Contratto di avvalimento: indicazione dell’impegno assunto

Il contratto di avvalimento necessita che risulti chiaramente l’impegno dell’impresa ausiliaria a prestare le proprie risorse ed il proprio apparato organizzativo in tutte le parti che giustificano l’attribuzione del requisito di garanzia. (Cons. di Stato, Sez. III, 19 maggio 2015, n. 2539)

Esclusione dalla gara: solo in caso di errore “grave” nell’attività professionale

In omaggio al “favor partecipationis” che privilegia interpretazioni più conformi alla sostanza dell’esito competitivo, sono esclusi dalle gare pubbliche coloro che nell’esercizio dell’attività professionale commettano un errore “grave” accertato con qualsiasi mezzo di prova da parte della stazione appaltante, non invece chi è autore di mera irregolarità, inadempienza o ritardo nell’impresa. (Cons. di Stato, Sez. III, 13 maggio 2015, n. 2388)

Osservatori

Indennità di maternità, sotto accusa la legge belga?

Contrasta con la direttiva Ue in tema di maternità la normativa belga che non riconosce l’indennità di maternità della dipendente pubblica messa in aspettativa per motivi personali al fine di esercitare un’attività lavorativa subordinata nel settore privato, in quanto, proprio come dipendente privata, non ha maturato il periodo contributivo minimo previsto dal diritto nazionale per fruire dell’indennità di maternità, sebbene abbia lavorato per più di dodici mesi immediatamente prima della data presunta del suo parto. Lo ha dichiarato la Corte di Giustizia, confermando le conclusioni dell’AG Sharpston che aveva già puntato il dito su quella che appare essere una vera e propria lacuna della normativa del Regno del Belgio. (Corte di giustizia dell’Unione europea, 21 maggio 2015, n. C-65/14)

La notificazione fatta per pubblici proclami vìola il principio del giusto processo?

Pronunciandosi su un caso riguardante un ricorso relativo ad un’intera procedura fallimentare intentata dal ricorrente contro il suo ex datore di lavoro, nei cui confronti aveva presentato una richiesta di pagamento degli arretrati stipendiali, sostenendo essere stato ingiusto e durato eccessivamente a lungo il procedimento, la Corte e.d.u. ha ritenuto violato il diritto al giusto processo per non essere stato correttamente avvisato il ricorrente della data dell’udienza nella quale si era proceduto, alla presenza di tutti i creditori, al riparto dell’attivo fallimentare, essendosi prescelta la modalità della comunicazione per pubblici proclami anziché quella della notifica personale a ciascun creditore; i giudici di Strasburgo, in particolare, hanno rilevato non solo che la modalità di comunicazione non era giustificata alla stregua dell’esiguo numero dei creditori da avvisare (una decina) ma anche che il termine per l’impugnazione del provvedimento del giudice, fissato in otto giorni, era assai breve considerate le conseguenze derivanti dalla mancata partecipazione all’udienza; la durata della procedura fallimentare, infine, era stata ritenuta eccessivamente lunga, con conseguente violazione del principio della ragionevole durata. (Corte europea dei diritti dell’Uomo, Sez. V, 21 maggio 2015, n. 53723/13)

Pensioni scuola: quota 96. Alla Corte dei conti la giurisdizione sui requisiti ante Fornero?

Secondo la Sent. n. 7958 del 2015 delle Sezioni Unite, le controversie aventi ad oggetto l’accertamento del diritto soggettivo rivendicato dagli insegnanti ricorrenti alla maturazione dei requisiti per l’accesso al pensionamento sulla base della disciplina previgente il D.L. n. 201 del 2011 convertito con modifiche nella L. n. 214 del 2011 e, quindi, senza le penalizzazioni ivi stabilite, rientra nella giurisdizione esclusiva della Corte dei conti, sebbene presuppongano il necessario accertamento del momento di cessazione del rapporto di lavoro. (Cass. Civ., Sez. Unite, Ord. 20 aprile 2015, n. 7958)

Da Pluris Quotidiano Giuridico, Newsletter del 28 maggio 2015

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