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Invalidità permanente: il rimedio della protesi non esclude la lesione della capacità lavorativa
L’accertamento in un minore in età infantile che lo stato di invalidità permanente alla persona cagionato da responsabilità medica, sia rimediabile e sia stato in concreto rimediato tramite l’applicazione di una protesi non è ragione sufficiente -per vizio di violazione dell’art. 1223 c.c. sotto il profilo della mancata sussunzione dello stato invalidante come evidenziatore di un danno conseguenza patrimoniale futuro da c.d. perdita- a giustificare l’esclusione dell’esistenza, in ragione della invalidità, e sulla base di una valutazione prognostica, di un danno patrimoniale da lesione della capacità lavorativa del minore.
(Cass. Civ., Sez. III, 30 settembre 2009, n. 20943)