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Cause civili pendenti: la situazione italiana

Oltre 1 milione di cause civili pendenti nei Tribunali Ordinari e circa 250mila nelle Corti d'Appello. Serve intervenire.

Conoscere l’ammontare di cause pendenti nei Tribunali di Merito italiani aiuta a capire cosa migliorare nel mondo della giustizia. Tale considerazione, poi, è ancora più valida in vista delle risorse messe in campo dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in un’ottica di stanziamento di risorse umane e tecnologiche.

Questo è l’obiettivo del documento Conoscere l’arretrato della giustizia civile: una necessità in vista delle imminenti scelte politiche a cura di Luca Minniti (giudice del Tribunale di Firenze) e Giulia Telloli (funzionario statistico della Corte d’Appello di Bologna). Il rapporto è tratto dai dati della Dgstat del Ministero della Giustizia e analizza il panorama delle cause civili pendenti al 31 dicembre 2019.

Cause civili pendenti nei Tribunali Ordinari

Il calcolo sul totale delle cause civili pendenti presso i Tribunali Ordinari è stato eseguito escludendo le seguenti categorie: cause del giudice tutelare, verbalizzazioni di dichiarazione giurata, Accertamenti Tecnici Preventivi in materia di lavoro e previdenza; in totale sono state escluse 655.792 cause.

L’ammontare di pendenze nei Tribunali ordinari è di 1.990.044 cause, di cui:

  • 1.013.148 contenzioso civile ordinario (51%);
  • 390.168 esecuzioni mobiliari e immobiliari (20%);
  • 343.950 lavoro e previdenza (17%);
  • 97.447 procedure concorsuali (5%);
  • 78.797 procedimenti speciali (4%);
  • 66.534 volontaria giurisdizione non tutelare (3%).

Il Tribunale di Roma si distingue per detenere l’8% della pendenza totale (157.788 cause). Seguono i Tribunali di Napoli (99.861), Milano (70.914), Catania (62.451), Santa Maria Capua Vetere (55.256) e Bari (52.759).
La classifica prosegue con 18 Tribunali che detengono il 27% delle cause pendenti, e il restante 48% è distribuito nei restanti 116 fori.
In particolare, la materia Lavoro e Previdenza presenta una variabilità interessante: passa dal 4% delle cause pendenti nel Distretto di Trento al 36% del Distretto di Reggio Calabria.

Arretrato civile ultratriennale nei Tribunali Ordinari

In questa analisi sono inclusi il contenzioso civile, i procedimenti speciali, le cause di agraria, lavoro e previdenza e la volontaria giurisdizione. Sono, invece, escluse le cause del giudice tutelare, le verbalizzazioni di dichiarazione giurata, gli accertamenti tecnico-preventivi in materia di lavoro e previdenza, e i ruoli delle esecuzioni mobiliari e immobiliari e delle procedure concorsuali.
Le cause ultratriennali pendenti sono 337.740, il 22% sul totale dei casi. Da notare la grande disparità all’interno dei distretti:

  • 6% a Trieste;
  • 7% a Milano e Torino;
  • 10% a Palermo;
  • 11% a Bologna;
  • 45% a Messina e Potenza;
  • 42% a Salerno;
  • 38% a Catanzaro;
  • 31% a Bari.

Arretrato civile ultrabiennale nelle Corti d’Appello

Come è facile pensare, le Corti d’Appello non si salvano dai numeri enormi che costituiscono l’ammontare di cause pendenti sul territorio nazionale.
Per quanto riguarda le Corti d’Appello – tenendo conto del contenzioso civile, i procedimenti speciali, sezioni agraria e lavoro e previdenza, e la volontaria giurisdizione – le pendenze civili complessive ammontano a 241.695 unità, di cui il 41% (98.371) sono ultrabiennali.
Alcuni dati sono rassicuranti, altri molto meno:

  • 5% nella Corte d’Appello di Torino;
  • 6% nella Corte d’Appello di Trento;
  • 7% nelle Corti d’Appello di Trieste e Milano;
  • 14% nelle Corti d’Appello di Bolzano e Perugia;
  • 57% nella Corte d’Appello di Potenza;
  • 54% nella Corti d’Appello di Taranto e Napoli;
  • 49% nella Corte d’Appello di Reggio Calabria e Caltanissetta;
  • 48% nella Corte d’Appello di Roma.

In termini assoluti, i primi sei Distretti per arretrato civile ultrabiennale sono:

  • Roma (22.139);
  • Napoli (20.819);
  • Bologna (5.682);
  • Palermo (4.882);
  • Firenze (4.566);
  • Bari (4.167).

In conclusione

L’aver riportato questi numeri non vuol dire puntare il dito o avanzare ipotesi e responsabilità non costruttive, ma vuole essere un modo per capire dove c’è da lavorare e investire con maggiore urgenza.

I numeri parlano chiaro: il mondo del merito civile non versa in una buona situazione, e su ciò si deve riflettere; anche perché tribunali ordinari e corti d’appello sono i luoghi in cui il cittadino deve poter godere ed esercitare i propri diritti e doveri.

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