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Legal tech: Il digitale sta trasformando le professioni legali

La tecnologia sta trasformando il lavoro, anche quello dei professionisti. E’ il caso delle nuove imprese – meglio definite start-up innovative – legal tech, ovvero quelle società che, sfruttando la tecnologia digitale, stanno cambiando il volto della giurisprudenza.
Secondo una recente analisi di Reuters, negli ultimi 5 anni, il deposito di brevetti legal tech è cresciuto del 484 per cento a livello mondiale.  Per Forbes questo incremento, che va di pari passo con quello del denaro investito in aziende di questo tipo, evidenzia quanto la tecnologia sia diventata  fondamentale anche nelle professioni legali . Secondo la rivista made in Usa, contribuirebbe addirittura alla fine dello sfruttamento di mandopera a basso costo. Last but not least la digitalizzazione apporta migliorie nel settore delle professioni giuridiche perché permette di fornire comunicazioni in tempo reale, ridurre i costi, aumentare l’esperienza e, in definitiva,  contribuire in modo pieno alla soddisfazione del cliente.
A sostegno della tesi Mark Cohen, giornalista esperto del mercato giuridico e dei suoi cambiamenti, afferma che nella metà del decennio passato, in USA, sono stati investiti circa un miliardo di dollari in legal tech. E il trend continua. “L’uso delle intelligenze artificiali e l’ applicazione in ambito giuridico – scrive Cohen –  è notevolmente aumentato nel corso dell’ultimo anno. Gli investitori, gli imprenditori, i tecnici, i fornitori ei consumatori hanno sotto gli occhi l’appetito crescente dell’industria mondiale per le soluzioni digitali. La tecnologia applicata al lavoro dei professionisti della legge sta standardizzando, automatizzando e sicuramente migliorando il lavoro degli avvocati.  I servizi legali del prossimo futuro  saranno profondamente trasformati grazie al digitale, attraverso processi orientati alla centralità del consumatore finale”.
Vista l’attenzione che il settore sta ricevendo, negli Stati Uniti esistono già moltissime legal start-up, così come tanti sono gli incubatori e le innovation zones, i centri Tech, gli investitori e le conferenze, i  blog e i social media dedicati. In tutto il mondo la crescita è a senso unico, specie nelle grandi potenze come Cina, Brasile e Canada. In Europa, Parigi e Berlino sono importanti hub per questo tipo di imprese.
In Italia le cose sono leggermente diverse. Di recente il presidente dell’Associazione italiana giovani avvocati (Aiga) Michele Vaira –  ha affermato che “la professione legale in Italia, alla luce di queste novità, è indietro di un’era geologica”. “Quello che è più grave – ha continuato Vaira a margine del 55esimo Congresso mondiale dell’Associazione internazionale dei giovani avvocati (Aija), svoltosi a Tokyo lo scorso agosto –  oltre alla lentezza nel modificare i connotati ottocenteschi che ancora oggi ci caratterizzano , è la resistenza che ampie aree dell’avvocatura, istituzionale ma anche associata, manifestano nei confronti del necessario cambiamento o, quantomeno, adeguamento”. Il tema sarà al centro del congresso  ordinario dell’Aiga che si svolgerà a  Foggia il prossimo ottobre.

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Stefania Di Ceglie

Giornalista

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