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Cassazione: è valida una sentenza scritta a mano?

Corte di Cassazione – ordinanza n. 27361/2021, sez. Seconda Civile

In un’epoca in cui la regola dovrebbe essere la normalizzazione digitale dei documenti, una sentenza scritta a mano può essere ancora valida?
È la domanda a cui ha risposto la Cassazione con l’ordinanza n. 27361/2021, esaminando un ricorso con tema servitù di passaggio.

La motivazione di partenza

Parte ricorrente, dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio, porta come prima motivazione il fatto che la sentenza fosse scritta a mano; più precisamente lamentano il fatto che il testo «non risulta decifrabile», tanto da dare vita a «equivoci interpretativi a cagione dell’oscurità della grafia […] con conseguente lesione del diritto di difesa».

La sentenza

La Corte, dopo aver esaminato documenti e motivazioni, ha rigettato il ricorso per quanto segue: «In mancanza di un’espressa comminatoria, non è configurabile la nullità della sentenza nell’ipotesi di mera difficoltà di comprensione e lettura del testo stilato in forma autografa dall’estensore, atteso che la sentenza non può ritenersi priva di uno dei requisiti di validità indispensabili per il raggiungimento dello scopo della stessa». Inoltre, il vizio contestato non è configurabile se il documento fornisce «piena contezza delle ragioni di fatto e di diritto poste a fondamento della decisione»; per non contare il fatto che parte ricorrente «dimostra di averne pienamente compreso il significato, svolgendo in modo compiuto le proprie difese e censurando in modo specifico ed articolato i singoli percorsi motivazionali esposti dal giudice di merito».
La presentazione stessa del ricorso secondo le sue stesse motivazioni fondanti, quindi, rende valida la sentenza scritta a mano.

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