Licenziare con un SMS. È possibile?

Due le certezze di legge:

  1. È inefficace il licenziamento intimato senza forma scritta o senza la specificazione dei motivi che lo hanno determinato.
  2. Il lavoratore decade dal diritto di impugnare il licenziamento decorsi inutilmente 60 giorni dal ricevimento della comunicazione di licenziamento.

Detto questo, il mondo corre veloce e così la comunicazione.
Se dunque è certamente inefficace il licenziamento orale e quindi salvo modifica di legge non ci sarà spazio nel prossimo futuro per il video social di recesso dal rapporto di lavoro, già oggi la modernità è pratica corrente della forma scritta che ben può essere la più varia. Così è valido ed efficace il licenziamento intimato a mezzo di una qualsiasi mail, come di un messaggio sms, whatsapp ecc. In caso di contestazione sarà poi onere del datore di lavoro provare che il lavoratore ha materialmente ricevuto la comunicazione di cessazione del rapporto.
Se però a questa criticità, si aggiungono i rischi tipici della rete, come i furti di identità o le manipolazioni dei testi, meglio a mio avviso ricorrere alla tradizionale raccomandata con ricevuta di ritorno oppure – a volere essere al passo con i tempi – a una comunicazione tra poste elettroniche certificate.
Forma oltre la sostanza? Sì e anche per ragioni valoriali di dimenticata caratura costituzionale. Chiudere un rapporto di lavoro è già di per se stesso un trauma, ma addirittura liquidare una persona con un semplice messaggino, mi sembra davvero un atto contrario alla dignità personale e sociale di ognuno.

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