Lazio-Anna Frank: un riassunto

Domenica 29 ottobre ha ripreso vigore il caso Lazio-Anna Frank. Anna Frank, la ragazza tedesca ebrea che agli inizi degli anni Quaranta fu costretta all’esilio nella città di Amsterdam insieme alla famiglia. Rimase nascosta per anni in una mansarda scrivendo un diario a proposito della sua condizione. L’opera, in seguito, diventò simbolo della Shoah.
Tutto è cominciato il giorno successivo la partita di campionato Lazio-Cagliari, disputata domenica 22 ottobre allo Stadio Olimpico di Roma. Quel lunedì sono stati ritrovati alcuni adesivi con impresso il volto della ragazza ebrea con la maglia della Roma. Tutti gli adesivi sono stati realizzati dagli ultras della squadra laziale, la cui curva aveva ricevuto una squalifica a causa di alcuni cori razzisti. Nonostante la chiusura della curva nord dello stadio (solitamente riservata ai tifosi della Lazio) da parte della Federcalcio, alcuni ultras della squadra in questione avevano deciso di assistere alla partita spostandosi però nella curva sud, riservata invece alla Roma. È in quest’occasione che hanno deciso di apporre gli adesivi.
Nel corso della settimana non sono mancati i commenti su tutti i social: oltre a quello di cattivo gusto da parte di Davide Barillari del Movimento 5 Stelle («Mentre ci distraggono con #AnnaFrank, in Senato oggi votano la porcata antidemocratica #Rosatellum.») e Nina Moric («Di pessimo gusto Anna Frank con la maglia della Roma, ma sarebbe stato ancora peggio mettergli quella della Juve»), non mancano commenti di solidarietà alla comunità ebraica e di orgoglio, in particolar modo proprio dai tifosi della squadra concorrente, oltre che le condanne del presidente della Repubblica Mattarella, del presidente del Consiglio Gentiloni, di Matteo Renzi e di Miri Regev, ministro israeliano dello Sport.
Grazie alle indagini realizzate nei giorni successivi dalla polizia della Questura di Roma sono stati individuati circa 20 tifosi (tra cui alcuni minori), a 13 dei quali è già stata firmata la normativa di reato. 11 di questi provvedimenti prevedono il divieto di assistere a manifestazioni sportive (Daspo) per un periodo di 5 anni, uno di 5 anni con obbligo di firma perché il soggetto in questione aveva già scontato un Daspo in precedenza, e infine uno di otto anni con obbligo di firma, in quanto destinato a un 46enne che aveva già scontato tre periodi di Daspo. Inoltre, 6 delle persone ritenute colpevoli del gesto antisemita sono state riconosciute come appartenenti al gruppo ultrà degli Irriducibili, i quali hanno dichiarato di non essere loro i promotori dell’atto, ma nello stesso momento hanno difeso i responsabili sostenendo che quello avvenuto fosse solo un gesto di «scherno e sfottò».
Di seguito, alcune delle reazioni “social” più in vista:
https://twitter.com/nina__moric/status/922523761949270016


https://twitter.com/mauriziomatte/status/922519343489077248