Il cellulare in carcere

Il Ministero della Giustizia francese ha deciso di fare installare un telefono per ognuna delle quasi 50.000 celle che affollano le 178 carceri presenti in Francia. L’obiettivo dichiarato è quello di favorire il reinserimento sociale dei condannati e degli imputati, permettendogli di chiamare a qualsiasi ora del giorno, e a un basso costo, un massimo di quattro numeri preventivamente consentiti dall’amministrazione carceraria.
E in Italia?
Sono da poco usciti i dati del Ministero di Giustizia sul numero di cellulari trovati all’interno delle carcere italiane: nel 2017 sono stati scoperti 337 cellulari, con aumento del 58% rispetto all’anno precedente.
A cosa si deve questa necessità?
In Italia i colloqui telefonici tra l’esterno e i detenuti sono regolati dall’art. 18 della legge 354/1975, secondo cui al detenuto è concessa una chiamata settimanale per non più di 10 minuti.
Alla luce di ciò si scontrano due idee in materia:

Tenuto che l’art. 27 della Costituzione sottolinea come il fine principale della pena sia la rieducazione del condannato, tenuto conto che abbiamo un modello di ispirazione forte come quello francese, tenuto conto che siamo nel periodo del politicamente corretto, sarebbe giocoforza ritenere un’urgenza la modifica legislativa a favore di un’attenuazione del regime carcerario in materia.
Forse sarebbe più utile una modifica costituzionale.