Oltre all’ironia facilona sulla nostra Trenitalia e i suoi spiacevoli ritardi (leggi, disagi), il ritardo intacca spesso anche i viaggi aerei. In questo caso, però, spesso sorge un dubbio di non poco conto: a chi fare domanda di rimborso, alla compagnia aerea che gestisce le prenotazioni o a quella che effettua il volo?
Non è un mistero, infatti, che molti voli presentino una doppia compagnia, una che gestisce il volo nei suoi aspetti logistici (prenotazioni ecc.) e un’altra che cede in noleggio un apparecchio comprensivo di equipaggio.
È il caso della TuiFly, compagnia aerea che aveva organizzato un volo da Amburgo (Germania) a Cancún (Messico). Il velivolo utilizzato, come indicato in seguito sulla conferma di prenotazione, era preso a noleggio (equipaggio compreso) dalla Thomson Airways, chiarendo il fatto che la TuiFly era solo l’organizzatrice del tutto.
Visto il ritardo maturato, i passeggeri si sono rivolti alla Thomson Airway richiedendo il versamento dell’indennizzo previsto dal regolamento. La compagnia aerea, però, si è rifiutata di versare alcunché, in quanto, sempre secondo il regolamento, non poteva configurarsi come vettore aereo operativo. Secondo la Thomson, infatti, la responsabilità ricade interamente sulla TuiFly, investita com’è del suo ruolo di organizzazione.
Il caso è finito al Landgericht Hamburg, il quale si è interrogato a proposito della nozione di «vettore aereo operativo» e, in tal senso, ha coinvolto la Corte di giustizia europea.
La Corte, dopo un attento esame della situazione, ha risposto che un vettore operativo e la compagnia aerea che decide di effettuare un volo decidendone orari, itinerario e che crea un’offerta di trasporto. Tale responsabilità, implica il dovere di risposta nel caso di ritardi. In questo caso, quindi, il ruolo assunto dalla Thomson Airways non è quello di vettore operativo, il che rende irrilevante l’indicazione riportata sulla conferma di prenotazione.
