News giuridiche

Legittimo il licenziamento del lavoratore che cancella tutti i files del computer

Civile

Legittimo il licenziamento del lavoratore che cancella tutti i files del computer

Deve ritenersi legittimo il licenziamento intimato per giusta causa dal datore di lavoro ad un lavoratore responsabile di aver cancellato tutti i documenti di lavoro dal suo computer ivi compresa la corrispondenza elettronica. Tale il principio che può evincersi da una sentenza del 14 maggio 2015, n. 9900 della Suprema Corte che, nel rigettare il ricorso proposto dal prestatore di lavoro, ha così confermato la decisione della corte distrettuale oggetto di impugnazione. (Cass. Civ., Sez. Lav., 14 maggio 2015, n. 9900)

ZTL: valida la notifica senza sottoscrizione autografa se il verbale è “meccanizzato”

In tema di sanzioni amministrative, inflitte per violazioni del codice della strada, la notifica del verbale di accertamento privo della sottoscrizione autografa degli accertatori deve ritenersi legittima se il verbale risulta redatto con sistema meccanizzato o di elaborazione dati, come previsto dagli artt. 383, comma 4, e 385, commi 3 e 4, del Regolamento di esecuzione e di attuazione del codice, e dall’art. 3, comma 2, D.Lgs. n. 39 del 1993, secondo il quale, nella redazione degli atti amministrativi, la firma autografa è sostituita, a tutti gli effetti, dall’indicazione a stampa, sul documento prodotto dal sistema automatizzato, del nominativo del soggetto responsabile dell’atto, che, nella specie, è il verbalizzante. Tale indicazione consente di affermare la sicura attribuibilità dell’atto al soggetto che, secondo le norme positive, deve esserne l’autore. (Cass. Civ., Sez. VI, 13 maggio 2015, n. 9815)

Penale

Rifiuto dell’alcoltest dopo incidente: scatta l’aggravante della guida in stato di ebbrezza?

Il Primo Presidente della Corte Suprema di Cassazione con Decr. 6 maggio 2015 ha rimesso alle Sezioni unite la questione del rifiuto di colui che ha provocato un incidente stradale di sottoporsi al controllo tramite alcoltest per non fare scattare l’aggravante della guida in stato di ebbrezza, prevista dal comma 2 bis dell’art. 186 del Codice della strada. (Decr. 5 maggio 2015, Primo Presidente della Corte Suprema)

Il coniuge separato che lavora deve contribuire a moglie e figli anche se formalmente disoccupato

Secondo la Sent. n. 20133 del 2015 della Suprema Corte, è responsabile del reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare quando dalle risultanze processuali emerge che, nonostante lo stato di disoccupazione formale, l’imputato percepisce un reddito da lavoro senza tuttavia provvedere regolarmente alla corresponsione del contributo al mantenimento di moglie e figli disposto dal tribunale con sentenza di separazione personale dei coniugi. (Cass. pen., Sez. VI, 14 maggio 2015, n. 20133)

Amministrativo

Espropriazione per pubblica utilità e usucapione: binomio possibile?

Ammettendo l’applicabilità dell’istituto dell’usucapione in presenza della mancata corretta conclusione di una procedura espropriativa per pubblica utilità, spetta alla P.A. espropriante dimostrare la sussistenza dei presupposti per stabilire l’avvenuta usucapione. (T.A.R. Lombardia, Milano, Sez. III, 4 maggio 2015, n. 1089)

Permesso di soggiorno: legittimo anche in presenza di irregolarità fiscali

Il Tribunale amministrativo regionale ha ritenuto che, in tema di permesso CE per soggiornante di lungo periodo e quindi di ingresso e permanenza dell’extracomunitario in Italia, il possesso del reddito sufficiente ex lege per un soggetto già titolare di permesso di soggiorno per ragioni familiari, non coincidente col versamento dei carichi fiscali bensì con l’importo annuo dell’assegno sociale e dimostrabile mediante documentazione contabile dell’anno di riferimento, ed il previo soggiorno legale ed ininterrotto sul territorio si configurino quali elementi indispensabili ai fini della prova della (raggiunta) integrazione dello straniero nello Stato membro: così, il Prefetto ha la potestà di rinnovare, in sede gerarchica, il procedimento, (anche) sulla base degli elementi sopravvenuti portati, dal richiedente, a conoscenza soltanto in quella (stessa) sede. (TAR Toscana Firenze, Sez. II, Sentenza 4 maggio 2015, n. 709)

In primo piano

Civile

L’assicurazione non copre i danni causati dall’automobilista ubriaco

Ad avviso dei Supremi giudici (Cass. Civ., 11 maggio 2015, n. 9448) la garanzia assicurativa è inoperante e non si estende ai rischi che il beneficiario provoca volontariamente e con colpa grave. Il principio risulta valido anche nell’ipotesi in cui la condotta dell’assicurato non sia stata la causa unica del verificarsi dell’evento dannoso. (Cass. Civ., Sez. VI, Ord., 11 maggio 2015, n. 9448)

Responsabile società autostrade per i danni causati all’automobilista che investe un cane

Il Tribunale di Taranto, con Sent. 5 gennaio 2015, conferma l’orientamento di legittimità secondo cui a carico della società proprietaria o concessionaria delle autostrade è configurabile la responsabilità oggettiva del custode ex art. 2051 c.c. essendo possibile ravvisare un’effettiva possibilità di controllo, riconducibile ad un rapporto di custodia. Pertanto, ne consegue, ai fini della prova liberatoria, che la stessa società autostrade in qualità di custode, per andare esente da responsabilità, è tenuta a fornire la prova del caso fortuito a tale fine distinguendo tra le situazioni di pericolo connesse alla stessa struttura o pertinenze dell’autostrada da quelle provocate dagli utenti ovvero da una repentina ed imprevedibile alterazione dello stato della cosa in custodia atteso che soltanto ricorrendo queste ultime, potrà configurarsi il fortuito, con particolare riferimento alle ipotesi in cui l’evento dannoso si sia verificato prima che l’ente proprietario o gestore dell’autostrada abbia potuto rimuovere, nonostante l’attività di controllo e la diligenza impiegata al fine di garantire la tempestività dell’intervento, la straordinaria ed imprevedibile situazione di pericolo eventualmente determinatasi. (Trib. Taranto, Sez. III, 5 gennaio 2015)

Penale

Inutilizzabili le registrazioni di conversazioni tra privati autorizzate “verbalmente” dal p.m.

La Corte di Cassazione, con la decisione n. 19158 del 2015, ha chiarito come le registrazioni fonografiche eseguite da uno degli interlocutori con strumenti di captazione forniti dagli organi investigativi e di intesa con questi ultimi, pur implicando un minor grado d’intrusione nella sfera privata rispetto alle intercettazioni, e ritenendosi implicito il consenso di uno dei partecipanti alla conversazione, ai fini della loro utilizzabilità nel processo necessitano del decreto motivato del p.m. in forma scritta, non essendo sufficiente la sola autorizzazione espressa verbalmente dell’organo investigativo. (Cass. Pen. Sez. II, 8 maggio 2015, n. 19158)

Nel tributario irrilevabile dalla Cassazione il ne bis in idem tra reato e sanzione amministrativa

Per la Sent. n. 19334 del 2015 della Suprema Corte nel giudizio di legittimità è precluso ogni accertamento di merito per verificare la violazione del divieto del “ne bis in idem” sostanziale derivante dalla sovrapposizione tra violazione amministrativa tributaria per omesso versamento delle ritenute alle scadenze mensili e l’illecito penale di omesso versamento delle ritenute certificate entro il termine annuale per la dichiarazione dei sostituti di imposta. (Cass. Pen., Sez. III, 11 maggio 2015, n. 19334)

Amministrativo

Procedura di gara: quando il criterio del prezzo più basso è illegittimo

In caso di mancata predeterminazione, nella lex specialis di gara, delle specifiche modalità di esecuzione, è illegittimo il ricorso al criterio del “prezzo più basso” ai fini dell’aggiudicazione. Ne consegue che la stazione appaltante, nel caso in cui il capitolato tecnico non definisca esaurientemente gli aspetti esecutivi, lasciando residuare spazi integrativi a carico dei concorrenti, dovrà prevedere l’aggiudicazione con il sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa. (T.A.R. Lazio, Sez. II-bis, 27 aprile 2015, n. 6027)

Acquisizione dell’immobile abusivo concesso in locazione: responsabilità del proprietario

Il Consiglio di Stato ha ritenuto che, al fine di evitare l’acquisizione gratuita di un immobile abusivo concesso in locazione, il proprietario dello stesso deve provare di aver effettuato un’attività materiale o quantomeno giuridica per evitare l’abuso che non può estrinsecarsi in mere dichiarazioni o manifestazioni di intenti. (Cons. di Stato, Sez. VI, 4 maggio 2015, n. 2211)

Osservatori

Licenziamenti collettivi e obbligo di consultazione dei lavoratori: l’UE promuove il Regno Unito

In tema di licenziamenti collettivi, è compatibile con il diritto dell’Unione la normativa di uno Stato membro Ue (nella specie, Regno Unito) che impone, al datore di lavoro l’obbligo di rispettare una procedura di informazione e di consultazione dei lavoratori, nel caso in cui voglia sopprimere almeno 20 posti di lavoro in un particolare stabilimento di un impresa nel corso di un periodo di 90 giorni, e non quando il numero complessivo di licenziamenti in tutti gli stabilimenti o in taluni stabilimenti di un’impresa nel corso del medesimo periodo raggiunga o superi la soglia di 20 lavoratori. Il principio è stato affermato dalla Corte di Giustizia che nell’occasione conferma che l’unità a cui fare riferimento per stabilire se siano state raggiunte le soglie oltre le quali scatta il licenziamento collettivo è il singolo “stabilimento”. (Corte giustizia Unione europea, Sez. V, 13 maggio 2015, n. C-182/13)

Marcia contro l’omofobia: Stato responsabile se la polizia non protegge i partecipanti dai violenti dimostranti

Pronunciandosi su un caso avvenuto nel maggio 2012 in occasione di una dimostrazione pacifica a Tbilisi per celebrare la giornata internazionale contro omofobia (che, com’è noto, si celebra il 17 maggio di ogni anno), interrotta violentemente da alcuni gruppi di dimostranti che avevano che aggredito coloro che marciavano pacificamente, la Corte di Strasburgo ha ritenuto che le autorità sapevano o dovevano sapere dei rischi che riguardavano la dimostrazione. Ne consegue che le autorità, pur essendo soggette all’obbligo di proteggere coloro che dimostravano pacificamente, assicurando loro una protezione adeguata, avevano violato, da un lato, sia l’art. 3 (divieto di trattamenti inumani o di degradanti) in combinato disposto con l’art. 14 (divieto di discriminazione) che, dall’altro, l’art. 11 (libertà di riunione ed associazione) congiuntamente al predetto art. 14. (Corte europea dei diritti dell’Uomo, 12 maggio 2015, n. 73235/12)

Dalla Consulta un monito al legislatore a razionalizzare la disciplina del pignoramento delle pensioni

Al legislatore spetta un’ampia discrezionalità nella scelta del tipo di tutela delle condizioni minime di sostentamento del pensionato e, tuttavia, è necessario che realizzi un intervento volto ad eliminare le disarmonie normative produttive dell’incoerenza del sistema delle garanzie a favore dello stesso, conseguenti all’impossibilità di applicare i limiti previsti per la pignorabilità delle pensioni, una volta che le stesse siano confluite nel conto corrente bancario o postale. (Corte Cost., 15 maggio 2015, n. 85)

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