L’ente comunale può legittimamente disciplinare la c.d. “movida notturna” attraverso lo strumento regolamentare, omettendo qualsiasi tipo di motivazione in ordine all’adozione di questo strumento ed evitando di prendere in considerazione le eventuali osservazioni delle associazioni di categoria interessate. In capo all’ente, sussiste il solo limite di imporre agli esercizi privati eventuali compiti di igiene e sicurezza pubblica, esercitabili esclusivamente dall’amministrazione.
(T.A.R. Lombardia Brescia, Sez. II, 3 novembre 2015, n. 1425)
Da Pluris Quotidiano Giuridico
