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Basta un selfie per provare l’infedeltà coniugale?

Non basta un selfie con l’amante per provare il tradimento in sede di giudizio. Lo ha stabilito la Corte d’Appello dell’Aquila con sentenza n. 2060/2019, non riconoscendo l’addebito della separazione in capo alla moglie già stabilito dal Tribunale di Pescara.

Le fotografie considerate compromettenti, spiega la corte, nel momento in cui non ritraggono i soggetti in atteggiamenti inequivocabili, possono non provare la relazione extraconiugale. Questo perché la loro interpretazione può lasciare spazio a dubbi; lo scatto di un selfie e la sua pubblicazione sui social network, infatti, è diventato un’abitudine così diffusa da non includere per forza un rapporto intimo tra i soggetti. Nel caso in questione, non è bastata una foto ritraente il presunto amante a dorso nudo sul letto della moglie.

Nel caso in cui la foto in questione indichi inderogabilmente la sussistenza di una relazione extraconiugale, invece, il coniuge offeso può presentare una domanda di risarcimento per offesa alla dignità e all’onore per adulterio.

Per quanto riguarda l’addebito della separazione, quindi, la rilevanza del tradimento e i suoi effetti devono essere provati senza alcun margine di dubbio.

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Redazione interna sito web giuridica.net

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