Il presidente Mattarella e il reato di vilipendio
Non vogliamo entrare nei meriti della discussione riguardante la legittimità costituzionale sul veto posto dal presidente della Repubblica nei confronti della nomina di Savona a ministro dell’Economia e delle Finanze.
Non vogliamo nemmeno ribattere a quanto affermato da Di Maio, Salvini, Meloni e la collettività di una parte politica ben definita.
Come fatto ieri con gli articoli della Costituzione riguardanti i limiti di operatività previsti per il Capo dello Stato, ci preme solo ricordare un particolare. Nel Codice Penale esiste un reato ben specifico, ovvero quello di Offesa all’onore o al prestigio del Presidente della Repubblica. Esso è configurabile con quanto previsto dall’art. 278 c.p. (R.D. 19 ottobre 1930, n.1398):
Chiunque offende l’onore o il prestigio del Presidente della Repubblica è punito con la reclusione da uno a cinque anni.
Note
Il reato si consuma quando sia comunicata con qualsiasi mezzo, un’offesa che relativa alla persona del Presidente della Repubblica sia in riferimento a fatti che ineriscono all’esercizio o alle funzioni cui è preposto, sia a fatti che riguardano l’individualità privata, anche in relazione anteriori all’attribuzione della carica.
Ogni giorno, lavorando sui social network, ci accorgiamo di una differenza fondamentale: una cosa è la libertà di opinione (sacrosanta), un’altra è la libertà, letteralmente, di delinquere.