Facebook: le critiche tra la ex e la nuova compagna non sono reato

Cosa succede se l’ex e la nuova compagna si scambiano critiche su Facebook a proposito della propria situazione economica? Nulla, o meglio dipende dal tono. Se le critiche espresse non superano il limite della continenza, non c’è diffamazione.
È quanto si evince dalla sentenza di Cassazione n. 32585/2022.

Il caso

Succede che i profili delle due donne diventano il luogo di scontro su opinioni riguardo la volontà della ex di conservare il mantenimento piuttosto che trovare un lavoro. I toni si accendono, e la nuova compagna viene accusata di diffamazione.

Con ricorso in Cassazione, la parte civile contesta l’applicazione della scriminante dell’esercizio di un diritto contemplato dall’art. 51 c.p. Il fatto di aver pubblicato su Facebook (bacheca non privata) una critica simile, basterebbe per far scattare l’offesa in quanto umiliate per la persone alla quale era rivolta. Un offesa, questa, rinforzata dal superamento del limite di continenza.
Inoltre, la legittimità aveva già riconosciuto il reato di offesa tra coniugi in casi simili.

La Cassazione: non c’è reato

I giudici, dopo aver esaminato il caso, giudicano il ricorso inammissibile: «le espressioni adoperate, pur essendo sferzanti, non appaiono superare il limite della continenza, mantenendosi nell’ambito di una critica che non utilizza argomenta ad omnium, ma che esprime il proprio risentimento e la propria censura per la stessa, validata alla decisione giudiziaria, di mantenere l’assegno di mantenimento già stabilito. Si tratta di una polemica, pure attuata con toni aspri, ironici e sferzanti, ma che non trascendono in attacco personale gratuito e che appaiono pertinenti rispetto alla polemica in atto circa l’entità dell’importo dell’assegno di mantenimento.»

In più, le accuse in esame rientrano in un quadro più ampio. La ricorrente, infatti, aveva già criticato su Facebook l’ex e la nuova compagna e il loro tenore di vita.