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Compara profughi a clandestini: casa editrice diffidata da Asgi

È del 28 ottobre 2017 la lettera di diffida inviata dall’Asgi, associazione studi giuridici sull’immigrazione, alla casa editrice torinese Il Capitello contestando un contenuto considerato razzista presente su un sussidiario dedicato a bambini di quinta elementare.
Il testo in questione, Diventa protagonista, riporta che «molti [stranieri] vengono accolti in centri di assistenza per i profughi e sono clandestini, cioè la loro permanenza in Italia non è autorizzata dalla legge». Continua poi: «Nelle nostre città gli immigrati vivono spesso in condizioni precarie: non trovano un lavoro, seppure umile e pesante, né case dignitose. Perciò la loro integrazione è difficile».

A intervenire, oltre agli avvocati Guariso e Neri rappresentanti dell’associazione  nella città di Milano, è Giusi Nicolini (ex sindaco di Lampedusa e componente della direzione nazionale del Pd). La Nicolini si rivolge al ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, la quale esordisce: «L’educazione si fa con dati verificati, con contenuti oggettivi, con linguaggio rispettoso. Bisogna fornire alle studentesse e agli studenti strumenti analitici e approfonditi, diversamente si fa cattiva educazione».
La richiesta dell’Asgi è quella di «sospendere immediatamente la diffusione della pubblicazione e provvedere al ritiro con successiva correzione della parte in questione» e, nel caso non vi sia «tempestivo riscontro», intraprendere una causa legale.
Nella lettera di diffida mandata alla casa editrice, l’associazione apre sostenendo che «l’intenzione non è quella di muovere censure alla peraltro discutibilissima impostazione educativa da Voi prescelta (che omette qualsiasi espressione di carattere solidaristico), né sulla evidente erroneità di mettere in connessione “l’aumento di stranieri” con i profughi» ma l’obiettivo è quello di «segnalarVi che l’affermazione è gravemente errata sotto il profilo giuridico e il suo utilizzo può dar luogo alle sanzioni previste per atti e comportamenti discriminatori. Infatti, “nei centri di assistenza per i profughi” non vengono accolti “clandestini, cioè persone la cui permanenza in Italia non è autorizzata dalla legge”, bensì soggetti autorizzati a rimanere nel Paese al fine di vedere esaminata la richiesta di protezione proposta. A questi viene poi rilasciato un permesso di soggiorno e, terminato il termine di 60 giorni dalla domanda, essi possono liberamente inserirsi anche nel mercato del lavoro».
Secondo l’Asgi, l’equiparazione di profughi e clandestini formulata dal testo viola sia i diritti sanciti dalla Convenzione di Ginevra sia la direttiva 2013/33 dell’Unione. Un episodio simile, inoltre, era già stato censurato nel febbraio 2017 dal Tribunale di Milano contro la Lega di Saronno, la quale distribuì manifesti nei quali venivano paragonati profughi a clandestini in tutta la città lombarda, obbligando successivamente i responsabili a risarcimento danni.

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Redazione interna sito web giuridica.net

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