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Cassazione: sequestrare conti Lega. Ha senso parlare di processo politico?

La stampa tutta, nella giornata di oggi, è invasa da titoli vari ed eventuale riguardanti la Lega di Salvini e la vicenda dei 49 milioni di euro che il partito avrebbe incassato truffando lo Stato ancora nei tempi in cui Bossi era segretario (e per i quali è stato condannato in primo grado).
Il ministro Salvini, usando parole di berlusconiana memoria, parla di sentenza politica, visto anche il fatto che la Cassazione ha comunicato la sua decisione a un mese dall’istituzione del nuovo governo. A prima vista può sembrare così, tuttavia è sempre meglio analizzare tutti i dati in nostro possesso.
Per prima cosa, sappiamo la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del pm di Genova autorizzando il sequestro di qualsiasi somma rinvenuta su conti bancari, libretti e depositi riferibili al partito per un totale di 49 milioni di euro (finora ne sono stati sequestrati 1,5 milioni).
Secondo i supremi giudici, quindi, la Guardia di Finanza può procedere con il blocco dei conti imputabili alla Lega, facendosi forte del decreto di sequestro già emesso il 4 settembre dal pm di Genova il quale vale anche per somme rinvenute e attribuibili a periodi successive all’emanazione del decreto in oggetto.
Tale dettaglio trova l’opposizione dell’avvocato Giovanni Ponti, il quale sostiene che le uniche somme sequestrabili sono quelle che era possibile rinvenire sui conti al momento dell’esecuzione del sequestro con «conseguente inammissibilità delle richieste del pm di procedere anche al sequestro delle somme “depositande”».
I giudici di Cassazione, però, sostengono che le somme, al momento di emissione del decreto, non siano state trovate «per una impossibilità transitoria o reversibile». In questo senso, il pm non dovrebbe tenere conto di tutte le indagini svolte «altrimenti la funzione cautelare del sequestro potrebbe essere facilmente elusa durante il tempo occorrente per il loro compimento».
Giulio Centemero, deputato leghista e amministratore del partito, commenta così la notizia: «Consci della totale trasparenza e onestà con cui abbiamo gestito il movimento con bilanci da anni certificati da società esterne, e non avendo conti segreti all’estero ma solo poche lire in cassa visti i sequestri già effettuati, sarà nostra premura portare in monetine da 10 centesimi al tribunale di Genova tutto quello che abbiamo raccolto come offerte da pensionati, studenti e operai durante il raduno di Pontida. Forse l’efficacia dell’azione di governo della Lega dà fastidio a qualcuno, ma non ci fermeranno certo così». «Forse l’efficacia dell’azione di governo della Lega dà fastidio a qualcuno», specifica.
Intanto, sembra che siano in fase di stesura decine di querele ai danni di chi già parla di soldi rubati dal partito.
L’ipotesi del complotto politico viene rimarcata anche da Matteo Salvini: «Quei 49 milioni di euro non ci sono, posso fare una colletta, ma è un processo politico che riguarda fatti di 10 anni fa su soldi che io non ho mai visto».
Ora, una domanda pare legittima: ha senso parlare di sentenza politica quando lo Stato dimostra una chiara intenzione di voler recuperare quanto sottrattogli?
 

Fonte: Ansa.it

 

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