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Unione europea: la banca dati dei viaggi aerei

In termini di contrasto al terrorismo, l’Unione Europea ha dato il via alla costruzione della prima banca dati comune contenente tutti i dettagli di viaggio dei passeggeri che voleranno nei cieli degli Stati membri (compresi quelli in entrata e uscita). Tale misura di controllo sarà possibile grazie all’obbligo per le compagnie aeree di comunicare i codici di prenotazione (Pnr) in suo possesso.
L’iniziativa è stata approvata nel 2016, ma ora è realtà.
I dati che verranno immagazzinati sono i seguenti: nome, cognome, itinerario, data di partenza e arrivo, numero di telefono, indirizzo di posta elettronica, posto assegnato, documento di riconoscimento utilizzato, informazioni sul bagaglio imbarcato.
Ulteriori dati d’interesse, e che riguardano partenze e arrivi extra-Ue, sono gli Api (Advance passenger information). Sono notizie riguardanti nome, cognome e documento utilizzato da chi viaggia e vengono usati per fronteggiare l’immigrazione clandestina. Queste sono comunque informazioni presenti nel Pnr, quindi i due tipi di dati sono stati uniti abrogando il decreto 144.
In Italia
Per quanto riguarda l’Italia, presto entrerà in vigore il decreto legislativo 53/2018, ovvero la ricezione della norma comune. La banca dati verrà gestita dal ministero dell’Interno. Il sistema informativo che permetterà la raccolta dei dati (una quantità strabiliante) risiederà presso il Dipartimento della pubblica sicurezza, mentre la struttura centrale sarà collocata presso il Centro di elaborazione nazionale (Cen) di Napoli. Allo stesso tempo, dovrà essere allestita l’Unità di informazione sui passeggeri (Uip), un comando interforze (Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza) che si occuperò di raccogliere i Pnr e analizzarli.
A quanto pare, la sola realizzazione dell’archivio costerà circa 32 milioni di euro, mentre la sua manutenzione 4,5 milioni all’anno.
Il processo
Per prima cosa le compagnie aeree invieranno i Pnr al sistema informativo esclusivamente in via elettronica. Si prevedono due invii: uno tra 24 e 48 ore prima del volo, il secondo subito dopo la sua chiusura. La sola inosservanza di questo passo può costare dai 10mila ai 100mila euro. Dopo 24 ore di volo si dovranno cancellare i dati Api trasmessi, ma preservando quelli del Pnr, se no si andrà incontro a una sanzione tra i 5mila e i 50mila euro.
I Pnr, una volta analizzati dall’Uip, verranno conservati per un periodo di cinque anni. Dopo sei mesi dalla raccolta, però, i dati dovranno essere trattati in maniera tale che sia impossibile risalire all’identità del passeggero. Tuttavia, quest’ultimo passaggio, potrà essere ripristinati in caso di richiesta da parte di un magistrato o i vertici della Polizia.
Le informazioni Api, invece, se d’interesse per operazioni atte a contrastare l’immigrazione clandestina, potranno essere conservate per altri sei mesi. In caso contrario, entro 24 ore dovranno essere rese invisibili.
 

Fonte: IlSole24Ore
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