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Una riflessione amara sulla tragica morte di Pamela

Pamela Mastropietro a due mesi e mezzo da che è stata uccisa e fatta a pezzi ancora non ha avuto sepoltura.
L’ho appreso nei giorni scorsi quando i media hanno dato la notizia che la «Procura della Repubblica di Macerata, sentiti i difensori dei 4 nigeriani indagati se avessero necessità di ulteriori indagini, ha informato la famiglia che il cadavere della giovane è a loro disposizione per i funerali».
Nonostante l’esperienza, la notizia mi turba. So che i funerali possono intervenire solo dopo 24 ore dall’ora del decesso ed entro un lasso temporale massimo stabilito dal regolamento locale di polizia mortuaria, stimato tenendo conto delle situazioni ambientali, specie climatiche del luogo.
So che i tempi si allungano quando la morte avviene in luogo pubblico o in circostanze da accertare (esempio decesso improvviso di un minore, presunta colpa medica, ecc.) o per cause violente (esempio incidente stradale, domestico, sul lavoro, suicidio, omicidio, ecc.) perché in questi casi interviene la Procura della Repubblica al fine di compiere tutti gli accertamenti del caso e il nulla osta dell’autorità giudiziaria diviene condizione indispensabile per il rilascio da parte dell’ufficiale di stato civile del permesso di seppellimento. Infatti “se per la morte di una persona sorge sospetto di reato, il Procuratore della Repubblica accerta la causa della morte e, se lo ravvisa necessario, ordina l’autopsia” ossia un accurato esame medico del cadavere, che serva a stabilire l’epoca, le cause e le modalità della morte.
I tempi della procedura sono ovviamente legati alla complessità del caso, che per Pamela ha significato più accertamenti.
Si ricorderà che dai primi esami non si venne a capo di molto in quanto il cadavere risultava smembrato, scuoiato e lavato “in modo apparentemente scientifico” da non lasciare liquidi biologici. Poi l’esclusione della morte per overdose dall’eroina assunta, quindi la conferma di un colpo alla testa, infine il riscontro della morte a causa di due coltellate alla base destra del torace penetrate fino al fegato.
So che nell’esame autoptico è costituzionalmente garantito a pena di nullità il rispetto del diritto di difesa in contraddittorio degli indagati, i cui difensori e consulenti tecnici devono poter partecipare agli accertamenti, formulare osservazioni, esprimere riserve e tutto ciò pretende tempo.
So tante cose eppure non riesco a non essere inquieto.

Via Giotto n.44, Porto San Giorgio (FM)
Tel: 0734 671554

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