Corte di Cassazione: “Eurofannullone” è diritto di critica
Corte di Cassazione – sentenza n. 12984/2022, sez. Terza Civile
Accusare un europarlamentare di essere un “Eurofannullone” è diffamazione?
Se l’accusa è supportata da documenti e dati utili per non superare il limite di continenza richiesto, è diritto di critica.
È quanto ha deciso la Corte di Cassazione con sentenza n. 12984/2022, respingendo il ricorsodi un ex europarlamentare italiano la cui carriera era finita sotto il mirino di un articolo pubblicato su un settimanale.
Il caso
«Eurofannulloni», era questa la definizione usata all’interno dell’articolo per definire la carriera di alcuni europarlamentari. Il testo era corredato dai dati relativi alle presenze e alla paga, portati come sostegno all’accusa di essere i parlamentari europei più pagati e meno produttivi; il tutto supportato da un commento di Romano Prodi: «Così fanno male al Paese».
Uno degli europarlamentari tirati in causa aveva, quindi, deciso di chiedere un risarcimento danni per diffamazione facendo ricorso in Cassazione dopo che la Corte d’Appello aveva già scagionato il giornale.
Il diritto di critica
I giudici di Cassazione, dopo aver esaminato le prove, rigettano il ricorso confermando il giudizio espresso in Corte d’Appello.
La definizione utilizzata dal giornale non è messa a caso, ma è supportata da fonti che ne confermano la veridicità; in particolare, i dati presentati evidenziano come la presenza dei soggetti sia inferiore alla media degli europarlamentari degli altri Paesi. In più, «l’impegno degli europarlamentari italiani nello svolgimento delle loro funzioni risponde evidentemente ad un interesse pubblico diffuso, segnatamente in relazione a figure che, come quella dell’O., godano di particolare notorietà in ambito politico». Tutto ciò è sufficiente per far rientrare il termine «Eurofannulloni» nel diritto di critica.
Per questo motivo, i dati presentati «seppure non univocamente sintomatici di uno scarso impegno, si prestavano tuttavia ad essere valutati in tali termini e possono giustificare una critica, da parte del giornalista, quale quella icasticamente espressa con il termine “eurofannullone”».
