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Elezioni comunali 2017: Oltre 9 milioni di italiani alle urne in 1004 Municipi

Ultimo giorno di campagna elettorale prima della pausa che porterà oltre 9 milioni di italiani a esprimere le loro preferenze nelle urne, domenica 11 giugno. Si vota per il rinnovo dei primi cittadini e dei consigli in 1004 comuni italiani tra i quali 21 capoluoghi di provincia: Alessandria, Asti, Belluno, Como, Cuneo, Frosinone, Gorizia, La Spezia, Lecce, Lodi, Lucca, Monza, Oristano, Padova, Parma, Piacenza, Pistoia, Rieti, Verona, Taranto, Trapani. Interessati all’elezione del nuovo governo anche 4 capoluoghi di Regione: Palermo, Genova, Catanzaro, L’Aquila.
Per quanto riguarda le Regioni a statuto speciale, il giorno delle elezioni amministrative è stabilito dall’autorità regionale competente. In Friuli-Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna, la data coincide con quella fissata per le Regioni a statuto ordinario, l’11 giugno. Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige, invece, hanno votato il 7 maggio 2017. L’eventuale ballottaggio è indetto per domenica 25 giugno.
Il sistema di voto per l’elezione del sindaco è normalmente più complesso rispetto alle votazioni per il rinnovo del Parlamento italiano, le modalità variano a seconda della densità di popolazione del comune interessato.
Nei comuni che hanno meno di 5 mila abitanti si può tracciare un segno solo sul candidato sindaco, che ha solo una lista collegata. Si può, inoltre, manifestare una sola preferenza indicando il cognome, o il nome e il cognome nel caso vi fossero omonimi,  del candidato consigliere comunale scelto. Il candidato sindaco che ottiene più voti diventa primo cittadino, e la lista che lo appoggia ottiene i due terzi dei seggi che vengono conferiti ai consiglieri in base alle preferenze ottenute. Gli altri seggi sono attribuiti alle altre liste proporzionalmente ai voti ricevuti.
Nei comuni che hanno tra 5 e 15 mila abitanti le modalità di voto sono le stesse dei comuni più piccoli con la sola differenza che nello spazio riservato al consigliere si possono esprimere due preferenze. Va tenuto comunque presente che il sesso del primo candidato deve essere diverso da quello del secondo. Se così non fosse la seconda preferenza sarebbe nulla.
Nei comuni con oltre 15 mila abitanti la scheda elettorale presenta accanto ai nomi dei candidati sindaci e i simboli delle varie (possono essere più di una) che lo appoggiano. Accanto al simbolo di ogni lista c’è infine lo spazio per indicare eventualmente al massimo due preferenze. Anche in questo caso vale la preferenza di genere, ossia la necessità che i sessi dei due candidati non coincidano pena l’annullamento della seconda preferenza.

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Stefania Di Ceglie

Giornalista

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